Settembre 26, 2025 Elena Lasagna Uncategorized IL VANGELO 28/09/2025 IL SANTO VANGELO Sono appena ritornata dai miei amici carissimi dove ieri sera hanno invitato a cena per me il loro affezionato Monsignore, che conoscono da molti anni. Così gli ho chiesto se potevo trasmettere il S. Vangelo, quella cosa preziosa che conservo ancora nel mio cuore e nella mia anima. Pensavo che ormai fosse sorpassato e Lui mi ha detto che i Vangeli non si cambiano con parole che non rientrano nella verità, ma si trasmettono come sono, l’importante è creare empatia tra te e i visitatori. Per questo, ti do un voto altissimo. Grazie Ancora Monsignore! Elena a Marco ePatty Domani vi mando tutti i miei scritti del Vangelo e della Bibbia, così farà senza raccoglierli giorno per giorno. Io ho cambiato idea, presto vorrei pubblicare anche il mio libro. 29/09/2025 Patty e Marco Io non ci riesco, per me è troppo complicato, preferirei che lo scrivessi tu un po’ per giorno me lo spiegherai, io proprio non lo capisco. Grazie Mille! Elena Va bene, ma poi più avanti incomincerò con il libro. IL VANGELO Introduzione Da molto tempo ormai l’umanità si affronta con un personaggio della nostra storia, che per gli uomini risolve il significato e il valore della vita: la sua parola è la regola dei loro pensieri e delle loro azioni, le sue promesse alimentano le loro speranze, perché questo personaggio Gesù Cristo è il figlio di Dio fatto uomo, venuto sulla terra per svelare il mistero di Dio e del destino dell’umanità e del mondo. La fede in Gesù Cristo è fondata proprio sui fatti e sulle sue parole, tramandati dai quattro Vangeli, nei quali Egli appare vero, come una persona viva, che parla con voce di uomo a una umanità viva e concreta. La Sua terra è la terra d’Israele detta poi Palestina, ra sostanzialmente la fascia della costa mediterranea che unisce la Siria meridionale all’Egitto. Essa è divisa in varie regioni: la Giudea a sud, la Samaria al centro, la Galilea a nord, alle quali si aggiungeva la Perea, quel territorio al di là del fiume Giordano, che attraversa la Palestina in tutta la sua lunghezza fino a sfociare nel mar Morto. La popolazione era quasi tutta ebraica; la Samaria era abitata da gente di lontana e ibrida discendanza ebraica, ma non riconosciuta come tale e giudicata, dal punto di vista religioso, eretica e impura. Nelle città grandi al di là del Giordano, la decapoli dove gli abitanti erano pagani. Gerusalemme nella Giudea era uno splendido centro della unità religiosa e nazionale. Una capitale ricca di magnifiche costruzioni: le mura che la incastonavano come un gioiello, il palazzo reale, la fortezza detta Antonia, il tempio, che era uno delle sette meraviglie del mondo, un teatro, un anfiteatro, cospicui palazzi, giardini un ippodromo, ecc. Gesù, nato a Betlemme nella Giudea, trascorse quasi tutta la vita in Galilea, a Nazaret: nei due o tre anni della sua vita pubblica, preferì la zona dei dintorni del grande lago di quella regione, lungo 21 km e largo 12; fece una puntata in Samaria e si recò a Gerusalemme per le grandi festività religiose del suo popolo. Al tempo della nascita di Gesù Cristo, re della Palestina era l’odiato Erode Grande, alla sua morte il regno fu diviso tra i suoi figli: a Erode Antipa toccò la Galilea e la Perea, ad Archelao la Giudea e la Samaria, mentre a Filippo la parte settentrionale della Perea. Essi erano vassalli dell’imperatore di Roma, controllati dal suo Legato in Siria. Nel 6 dopo Cristo, Archelao mandato via e il suo territorio venne affidato al procuratore Ponzio Pilato che restò per 10 anni. La società palestinese era organizzata secondo i criteri prevalentemente religiosi; il capo della nazione era il sommo sacerdote del tempio di Gerusalemme, che presiedeva il supremo tribunale detto il sinedrio, composto da 70 membri tra sacerdoti e scribi, questi ultimi erano gli esperti della legge di Mosè, notabili e laici. Gli scribi avevano unposto importante nella vita ebraica; in massima parte erano laici, godevano una grande autorità nelle decisioni giuridiche e appartenevano quasi tutti alla corrente farisaica. L’altra grande corrente era il sadduceismo alla quale aderiva la casta sacerdotale. I farisei erano rigorosi osservanti della legge di Mosè, i sadducei riconoscevano soltanto la legge scritta ed erano opportunisti in politica non ostili al potere romano. Gli Esseni, erano come sette religiose, non citati esplicitamente dai vangeli, oggi sono conosciuti in seguito a scoperte archeologiche. Essi conducevano una vita monastica nella regione intorno al Mar Morto, contestavano le autorità religiose di Gerusalemme. Le feste ebraiche erano legate eminentemente comunitarie, erano legate ai cicli della natura, del lavoro umano e alla storia religiosa del popolo; le tre principali erano la Pasqua, la Pentecoste e la festa delle Capanne, che comportavano il pellegrinaggio a Gerusalemme. Il sabato era la festa settimanale, celebrata dalle preghiere e dall’astensione rigorosa di ogni attività lavorativa. In tutto il paese esistevano un gran numero di edifici detti sinagoghe, orientate in direzione di Gerusalemme, dove il popolo si riuniva per ascoltare la lettura della S.Bibbia e recitare le preghiere di rito. La Galilea più della Samaria e della Giudea aveva centinaia di villaggi abitati da artigiani, contadini, di modeste risorse; una aristocrazia di grandi proprietari terrieri . Però la grande massa della nazione era composta da contadini piccoli proprietari, che lavoravano la terra in famiglia e se un’annata non era favorevole potevano far cadere nelle mani del capitalista o del banchiere che riuscivano ad incamerare tutti i loro beni. Il piccolo proprietario dventava così bracciante giornaliero e la sua povertà degradava piano piano in miseria. L’esperienza umana di Gesù conserva chiaramente le tracce degli anni di Nazaret. Nella Palestina di Gesù erano in uso 4 lingue: l’ebraica, lingua dei testi sacri e dei dotti; l’aramaica, parlata dalla popolazione indigena; la greca usata specialmente con gli stranieri; la latina lingua dei funzionari e dell truppe romane anche se erano in grado di usare correttamente il greco. Gesù ha parlato in aramaico con le nflessioni caratteristiche degli abitanti della Galilea. Egli aveva uno stile che la volontà delle sue parole rimanevano impresse nella mente degli ascoltatori, grazie alle risorse del suo stile orale, presso popoli , come quello palestinese. Gli studi moderni rendono accessibile anche a noi sebbene a venti secoli di distanza, la configurazione e il significato di quelle realtà. Dopo un lungo sodalizio col Maestro, il suo discepolo prediletto Giovanni, un pescatore del lago di Galilea, scriveva nella lettera con la quale forse presentava il suo Vangelo: ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, il verbo della vita, e perché la vita si è fatta visibile noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunciamo “la vita eterna”che era presso il Padre e si è resa visibile a noi. La nostra comunione è col Padre, e col Fglio suo Gesù Cristo. Queste cose vanno scritte perché la gioia sia perfetta (lGv l,l-4). Questa è per i credenti la realtà totale del Vangelo, mistero visibile profondo di Cristo. Anche Pietro discepolo sul quale Cristo fondò la sua Chiesa, all’indomani del ritorno glorioso di Gesù al Padre, parlando agli ebrei di Gerusalemme e riferendosi ai fatti evangelici si appellava all’esperienza di tutti- ( At 2,22)-e al sinedrio che aveva decretato la croce di Gesù dichiarava: “Noi non possiamo tacere quel che abbiamo visto e ascoltato” (At 4,20). I suoi dodici discepoli scelti da Gesù Cristo personalmente per essere testimoni della sua vita e del suo mistero, in particolare della sua resurrezione, che illuminava di luce defintiva tutto ciò che Egli aveva detto e fatto. Poiché si trattava di far capire l’insegnamento e gli eventi di Cristo che dovevano diventare “vita eterna per tutti , gli apostoli, dopo l’Ascensione del Signore, trasmisero ai loro ascoltatori ciò che Egli aveva detto e fatto quegli eventi gloriosi di Cristo illuminati dallo spirito della verità (cf. Gv 14,26; 16, 13) godevano. E gli autori sacri scrissero i quattro vangeli, scegliendo alcune cose tra le molte che erano tramandate a voce o inscritto, altre spiegando con riguardo alla situazione delle Chiese (nate dalla predicazone apostolica) conservando infine il carattere di predicazione in modo tale da riferire su Gesù con sincerità e verità. Essi infatti, attingendo sia ai propri ricordi sia alla testimonianza di coloro i quali fin dal principio furono testimoni oculari e ministri della parola, scrissero con l’intenzione di farci conoscere “la verità (cfr. Lc l, 2-4) delle cose sulle quali siamo stati istruiti” (Concilio Vaticano ll dei Verbum n 19). Che i Vangeli siano stati scritti da credenti in seno a una comunità di credenti e per essi, non significa che le parole e i fatti di Gesù siano stati intenzionalmente e inconsciamente manipolati. La fede e L’amore sono i più gelosi custodi delle memorie, la predicazione evangelica ha dovuto fin dall’inizio subire il controllo sia da coloro che avevano conosciuto e ascoltato Gesù restando a Lui indifferenti o ostili, sia di coloro ai quali per la prima volta giungeva l’annuncio relativo a Cristo. Che la fede dell’uomo venisse da un Crocefisso risorto era, dirà l’apostolo Paolo, uno scandalo e una follia, e per piegarsi alla obbedienza della “fede” non bastava un provvisorio e cieco entusiasmo ma erano necessarie prove tali da determinare una convinzione profonda, perché il Vangelo esigeva una “conversione” un radicale mutamento di pensiero e di vita. Certo Gesù ha detto: ” Nessuno può venire a me, se non lo attira il padre che mi ha mandato” (Gv 6,43), ma questa attrrazione di grazia non è un cammino nel buio. Non ha poca importanza se già nei primi anni cristiani, si delinearono false interpretazioni del Vangelo sia dentro che fuoridei cinfini delle comunità cristiane, e non si deve pensare che critici ed eretici fossero degli ingenui, ma questa minoranza era destinata e isolata con la massima decisione da parte degli apostoli, custodi autorizzati e fedeli dell’autentico messaggio di cui erano araldi. Continua… A domani 30/09/2025 Poiché si trattava di dare una testimonianza verificabile a Cristo, l’ambito della sua vita presentato dalla predicazione evangelica, comprende il tempo in cui Egli era vissuto sotto gli occhi di tutti.Così si comporta Pietro, quando annuncia la prima volta il Vangelo a un pagano di nome Cornelio (Un centurione italiano). ” Questa è la parola che DIO ha inviato ai figli d’Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti. Voi non conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea (Palestina), incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni Battista; come Dio consacrò lo Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regionedei Giudei in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo ad una croce, ma Dio lo ha resuscitato il terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con Lui, dopo la sua resurrezione dai morti. E chi ci ha ordinato di annunciare al popolo e di attestare che egli è il giusdice dei vivi e dei morti costituito da Dio. Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in Lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome. (At 10, 36-43). Ricostruendo quello che ho scritto fino a qui, abbiamo lo schema essenziale dei primi tre Vangeli: predicazione di Giovanni Battista, ministero pubblico di Gesù in Galilea, i fatti dolorosi e gloriosi degli ultimi giorni di Cristo a Gerusalemme. Anche il quarto Vangelo pur con un proprio schema, si attiene a questo ambito cronologico della vita di Gesù. Soltanto i Vangeli di Matteo e Luca riferiscono alcuni episodi dell’infanzia di Gesù, in minima parte paralleli. L’insegnamento di Gesù postula la conoscenza delle premesse storiche e religiose che ne sono la base: la rivelazione divina contenuta nella Bibbia conservata dal popolo ebraico e dalla Chiesa.
Lascia un commento Annulla risposta Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento. Δ