LA STORIA DI GIUSEPPE

27/12/2021

VORREI INFORMARE I MIEI LETTORI PER UNA FACILE RICERCA DELLE ATTUALITÁ,  CHE DAL 2018  LE CATEGORIE CHE HO PORTATO AVANTI SONO:  RICETTE DI CUCINA;  LA NOSTRA SALUTE;  VARIE E RISPOSTE AI LETTORI;  DIALOGANDO CON VOI;  LE MIE PREVISIONI CON LE MIE LETTERE PER VOI E NATURALMENTE TUTTE LE ILLUSTRAZIONI:  LE FOTOGRAFIE SCATTATE DA ME E ALCUNE DAI MIEI AMICI.

25/10/2011

 In ogni libro che narra la storia vera di bambini c’è sempre un pizzico di magia. Chi era Giuseppe? Non era un bambino dell’ottocento e nemmeno dell’era del Medio Evo, ma era un bambino di un piccolo borgo del mio paese, la sua storia si consuma in” quegli anni”, sì, nei famosi anni di piombo. Anche questa storia è molto bella ma come l’altra dei ” Poteri dell’anima ” lascia l’amaro in bocca.

Avevo quindici anni quando mia madre decise di farmi questo regalo: parlò con il parroco del paese, allora Don Fausto, e mi regalarono un mese di soggiorno in una colonia montana che ospitava più di cento bambini. Non avevo raggiunto la maggiore età per assumere l’incarico di vigilatrice dei bimbi, ma fui inserita ugualmente come vice. Il parroco mi disse che tra di loro c’era un bambino speciale di nome Giuseppe, dall’apparenza ribelle, ma di una tenerezza inconfondibile e dalla mente adulta. Veniva da una famiglia disastrata: la madre malata di sovente ospite in sanatorio, il padre disoccupato e quasi sempre vagabondo; Giuseppe, viveva con la nonna molto anziana, e spesso  doveva occuparsi di lei nonostante i suoi sei anni. Giuseppe era un bambino ripudiato dalla scuola perché dicevano che era un fannullone, in realtà era molto più avanti dei suoi coetanei perché sapeva già scrivere da solo. Aveva un grande talento per costruire i suoi giocattoli, parlava di ogni cosa come se avesse già vissuto prima.

Quando l’incontrai per la prima volta fu nel salone del dormitorio, fra tanti visini vispi e sorridenti, incrociai il suo sguardo: fu come un lampo, il viso era triste ma i suoi occhi nel semi buio brillavano come fossero stelle, per la prima volta vidi il suo sorriso, come se volesse dirmi :<<  Grazie per essere qui! >>. Per lui non ero la dimessa vigilante o la figura autoritaria della maestra ma una ragazza che era lì per lui, per capirlo, forse per la mia giovane età o chissà, forse riportavo un po’ di casa sua, del suo paese. Giuseppe visse quel mese d’agosto come in una fiaba, un sogno che svanisce al risveglio. La fine di agosto quando finì il soggiorno in colonia Giuseppe mi chiese se ai primi di settembre sarei andata alla fiera del paese circostante, perché suo padre gli promise che l’avrebbe portato sulle giostre; così, voleva che lo vedessi mentre volava sulla giostra delle catene, forse voleva tenere il ricordo della montagna. Io gli dissi che sarei andata a prenderlo alla domenica per la messa, e lì  avrebbe incontrato i suoi amichetti, Lui annuì felice. Quella domenica non rividi Giuseppe, né lo rividi mai più, perché morì quella stessa notte. Il padre l’aveva portato sulle giostre subito dopo avere mangiato in una bettola della fiera, forse si sentì male e non lo disse, o forse fu trascurato da tutti, quella triste notte Giuseppe morì per dissenteria… o forse chissà…

Ancora oggi mi sto chiedendo : Chi era o chi è Giuseppe? Sono certa che lassù è genio, è bellezza, ed è la primavera quando tutto si riveste di fiori variopinti. Quando viene notte se alzi lo sguardo al cielo vedi i suoi occhi! E quando segui con lo sguardo il volo degli uccelli, man mano che scompaiono lassù vedi l’ombra dorata del suo sorriso.

Dal mio libro : ” La storia di Giuseppe”. Copyright 2011 tutti i diritti sono riservati.

Elena  Lasagna

A tutti quelli che sfasciano le storie degli altri senza chiederne il permesso, dovrebbero cambiare mestiere! Molte persone se non copiassero le idee degli altri sarebbero sulla via del tramonto da parecchio tempo! L’insensibilità non è una componente dell’intelligenza umana!

RISPOSTE AI LETTORI QUARANTUNO

25/10/2011

Che cosa ne pensi della Menopausa?

Elisa due

E chi la conosce? Ma credo che la menopausa sia soltanto la fine di un ciclo importante : quello della” procreazione”.

Ed è anche l’inizio di un processo in cui anima, corpo e mente si fondono per dare inizio ad una nuova vita, più profonda e più vera! Vorrei che queste mie parole potessero raggiungere tutte le donne che si autocommiserano pur essendo in buona salute. Ciò che sta scritto nel cuore e nell’anima trascende i piccoli limiti umani  del tempo e dello spazio. La vita per te incomincia adesso!

Elena  Lasagna

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26/10/2011

Sai? Sono una insospettabile alcolista funzionale, come capita a quelle come me che vogliono trasgredire. Ho incominciato a bere quando ho visto la mia convivenza andare a rotoli. Sono andata a vivere con il mio ragazzo per scappare da una famiglia rigida e poco comprensiva, che mi ha creato inutili paure e sospetti su di lui, non era vero niente, così gli ho rovinato la vita. Ho incominciato a bere il venerdi sera fuori con gli amici, così decise lui che il venerdi ognuno per conto suo, ed ho incominciato ad alzare il gomito con la disapprovazione dei miei amici. Ero simpatica, di compagnia, apparentemente era tutto sotto controllo, ma tornavo a casa prima di lui e ci davo dentro con il resto. Per me ora conta soltanto avere un bicchiere di vodka e poi…

Margot

Qualche volta la trasgressione non guasta, ma poi bisogna reagire per non toccare il fondo, o perlomeno risalire. Solo in Italia ci sono dai sei agli otto milioni di persone che bevono troppo, dai tre ai quattro milioni sono alcolisti, per lo più donne. Questo flagello solo in Italia ogni anno fa almeno ottanta, centomila vittime non so se ne sei al corrente. Una vera malattia che non conosce classi sociali e livelli culturali, e si può vincere solo con la solidarietà che sa dare chi ha avuto lo stesso problema e ne è uscito. Come fa l’Alcolisti Anonimi.

Elena Lasagna

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27/10/2011

Io amo la trasgressione: la trasgressione è vita!

Francesco di Brescia

Per me la vera vita è ricominciare!

Vivi, e lascia vivere; ma non pagare con la vita degli altri!

La vita vera è qualcuno che non ti delude mai!

Detesto chi condanna per i suoi stessi errori!

Elena  Lasagna

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31/10/2011

COSA  NE PENSI  DELLE  SEPARAZIONI?

e DELLE  SEPARAZIONI in CASA?

Roberto di Mantova

Io penso che una separazione sia sempre dolorosa, è ovvio che per chi è lasciato lo è ancora di più. Ma può rendere felici basta affrontare la separazione nel pieno rispetto delle idee dell’altro, vivere l’esperienza con ottimismo. Dico che può rendere felici perchè per me il matrimonio deve essere fondato solo sull’amore, libertà e giustizia. Anche perchè se non c’è rispetto non ci può essere amore. Un matrimonio portato avanti solo per convenienza, per dovere, non ci può essere felicità ma solo confusione; quella confusione che t’incastra giorno dopo giorno e ci si appoggia l’uno all’altra. A questo punto la separazione è un diritto e non una punizione dell’altro. E’ ovvio che se ci sono dei figli bisognerà farlo ancora meglio e rendersi conto che la famiglia può esistere anche in territori diversi. Non è facile ma bisogna armarsi di coraggio e determinazione e ancora una volta dico ottimismo per ricominciare con dignità senza strazio per chi è lasciato, perchè la separazione dovrebbe essere un momento di educazione alle emozioni dove può diventare salutare anche la collera. Io credo che la verità faccia bene anche ai figli: la colpa di come vivranno la separazione è soltanto dei genitori.

Separarsi sì ma non separati in casa, perchè io credo che chi è lasciato controllerà sempre l’altro e andrà a finire che si soffrirà molto di più. Così facendo non si potrà mai mobilitare le proprie risorse e si finirà con l’isolarsi nel dolore. Anche per chi lascia credo che non sia facile vivere sotto lo stesso tetto; forse sarà invaso dai sensi di colpa e sarà tenuto a risolvere i problemi dell’altra, non lasciandola così in completa autonomia. Oppure potrebbe rinfacciare con lo squalificare chi ha lasciato e cercherà di ubriacarsi nella sua nuova relazione, e perchè no vivrà la nuova relazione facendo confronto con l’altra.

Elena  Lasagna

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02/11/2011

Secondo te l’altruismo è più nei giovani o negli anziani?

Giovanni

Ci sono anziani e  persone semplici che danno ogni giorno il loro contributo. Ma ci sono anche giovani e professionisti che dedicano ogni minuto del loro tempo libero a chi ne ha veramente bisogno. Ci sono giovani che insegnano come sia possibile fare del bene in maniera diversa, di come talvolta un modello di comportamento possa bastare, da solo, a sensibilizzare il prossimo nei confronti di chi soffre. Perchè aiutare non è soltanto affidare al denaro il compito di alleviare i dolori che, spesso, hanno solo bisogno di essere ascoltati: aiutare significa anche esporsi in prima persona rinunciando talvolta una parte del proprio tempo  per offrirlo a chi ne ha molto più bisogno. Piccoli gesti quotidiani non si raccontano a parole, ma attraverso l’impegno costante e individuale di una società dove la solidarietà altro non è che un riflesso di un dato antropologico che gli esseri sociali portano nel loro codice genetico. Essere buono allora appare come un vero bisogno fisiologico, e il buon esempio si trasforma in un atto per comunicare con gli altri, declinando in una transazione commerciale, una specie di scambio tra committenti quello che potrebbe essere il relazionarsi con Dio. Perchè la bontà è pur sempre  in relazione con un essere superiore.

Elena Lasagna

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 03/11/2011

CHE  COSA DIRESTI a un GIOVANE che VORREBBE

INTRAPRENDERE  la CARRIERA  nel MONDO

della MODA?

Giancarlo

Io credo che sia fondamentale seguire il proprio obiettivo con determinazione. Mettendo a frutto la competenza tecnica e gli input verso una continua ricerca, su materiali e forme che i giovani possono ricavare non solo dall’incontro con tutte le realtà che operano nel settore della moda, ma andare avanti oltre le possibilità che ci si impone. Per le persone che hanno un potenziale creativo disposte a mettersi in gioco c’è comunque spazio. Il consumatore consapevole delle sue possibilità è sempre alla ricerca di prodotti con una connotazione di unicità. Credere in ciò che si fa, sperimentare le proprie idee con entusiasmo, passione e determinazione.

A volte però la genialità anche se necessaria non è di per sé unica garanzia di sicuro successo se non la si impiega nella maniera giusta. Quello che conta nella costruzione di uno stile è la somma delle differenze stabilite tra gli altri e se stessi. Poichè geneticamente ognuno di noi è unico, sembra logico, che questa diversità intrinseca si manifesti, anche nell’apparenza. Segnalare la propria personalità attraverso il look è, oltre che, forse, l’unica forma innocua di narcisismo, una scappatoia per uscire dalla tetra banalità e quindi in alcuni  casi è sufficiente anche un dettaglio per riuscire nell’opera.

Elena  Lasagna

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09/11/2011

Se fossi certa che otterrai una risposta sincera a dieci domande, a dieci persone diverse, a chi le porresti e che cosa chiederesti?

Alessandro

Bella domanda! Cercherei di fare del bene chiedendo ai presunti assassini di confessare. Vorrei alleggerire le pene di quei genitori, perchè nessuno  possa più calpestare di volta in volta le loro ferite, che oltre alla pena di non avere più i loro figli devono anche subire l’angoscia di non vedere puniti i colpevoli.

Elena  Lasagna

ALCUNE RICETTE DI CASA MIA SESTA PARTE

 14/10/2011

Come sappiamo il tartufo non è accessibile a tutti per motivi economici, e alcune persone mi hanno chiesto se c’è un ingrediente che può sostituire il suo sapore. Io ovviamente vi ho preparato una ricetta che vale la pena di provare.

GNOCCHI di PATATE AL TARTUFO

SCAPPATO

Questa fotografia non è perfetta per l’eccesso di luce, ma gli gnocchi sono riusciti bene.

gnocchi di patate al tartufo scappato

Ingredienti: una patata media per ogni porzione, un uovo, noce moscata, semola di grano duro. Per il condimento: porcini secchi ammollati e sbriciolati stufati con poco porro; gorgonzola dolce, parmigiano grattugiato, olio extra vergine d’oliva gentile, un cucchiaio di olio extra vergine al tartufo, poco, qualche foglia  di salvia.

Esecuzione: mettere a cuocere le patate con la buccia, una volta cotte passarle nello schiacciapatate, o al  passaverdura, impastare con l’uovo e poca semola mettere la noce moscata, e sono pronti per la cottura. Mettere gli gnocchi nell’acqua bollente salata ed aspettare che riemergano, toglierli dal fuoco e condire con la salsa di funghi , un pezzo di gorgonzola tagliato a dadini, la salvia, l’olio extra vergine, l’olio al tartufo, infine il parmigiano.  Il sapore dei funghi porcini con il porro, il  parmigiano e un filo di olio al tartufo fa del piatto un gusto  appagante, unico. Buon appetito perchè sono buonissimi!

N. B. Per la riuscita degli gnocchi è importante la scelta delle patate: meglio quelle di montagna perchè devono essere farinose non di pasta molliccia. Se le patate sono ottime l’impasto riuscirà bene anche senza le uova.

Elena  Lasagna

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15/10/2011

Federica mi dice: ieri sera per cena ho fatto gli gnocchi della tua ricetta

sono piaciuti tantissimo; vorrei sapere se l’olio tartufato posso metterlo anche sulle uova strapazzate o sulla frittata. Grazie!

Se hai le uova di gallina sì, mentre se prendi quelle di oca no perchè sono più  saporite, specialmente le oche vecchie quelle senza piume, in quelle ci andrebbe il burro soltanto. Sai? Le cuoche delle famiglie del borgo le prediligevano proprio per cucinarle al tegame; e lo stesso per il brodo, scartavano il pollo e usavano esclusivamente le galline di qualche anno chiamate le galline vecchie. Molti chef ne sonno al corrente.

Elena  Lasagna

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15/10/2011

LO  STRACOTTO DEI CAPPELLETTI

di casa mia

Ingredienti: Un pezzo di coscia di manzo, spalla di carne suina, vino rosato secco buono, due carote  medie, due  stecche medie di sedano, una cipolla grossa, aglio, due bacche di ginepro, un pizzico di spezie, un mazzolino di odori, ( prezzemolo, basilico, salvia, due aghi di rosmarino) parmigiano  grattugiato, pane grattugiato q.b., sale, pepe.

Esecuzione: lavare la carne, togliere eventuali eccessi di pellicine o grasso, metterla in una casseruola grande, aggiungerere il vino  mezzo litro circa, gli odori, le spezie, la cipolla, le carote, il sedano tagliati a rondelle, il ginepro, l’aglio, tre mestoli di brodo vegetale. Portare ad ebollizione, poi abbassare la fiamma fino alla cottura che deve essere lenta; se dovesse asciugarsi troppo in fretta aggiungere altro brodo, a metà cottura aggiustiamo di sale e aggiungiamo il pepe. Una volta stracotto il tutto togliamo la carne, la  passiamo al tritacarne oppure la tagliamo a coltello. Abbiamo già il formaggio grattugiato quattro etti circa, lo versiamo nella carne con un mezzo bicchiere circa di sugo dello stracotto, amalgamare bene e aggiungere un poco di pane grattugiato. Prima di usarlo per il ripieno dei cappelletti lasciare riposare almeno due ore.

Elena  Lasagna

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21/11/2011

CARPACCIO  di MANZO

di casa mia

Ingredienti: Facciamoci preparare dal nostro fornitore carne tenera, di qualità per il carpaccio, un rametto di timo, aglio, succo di pompelmo, rosmarino, salvia, sale, pepe, peperoncino. olio di oliva extra vergine.

Esecuzione: tagliamo la carne a fettine sottili, le lasciamo immerse nel succo di pompelmo per due ore circa. Nel frattempo abbiamo messo sul fuoco una padella di acciaio a doppio fondo, quindi aspettiamo la giusta temperatura per scottare la carne. Prendiamo il piatto da portata dove abbiamo messo tutti gli odori tagliati grossolanamente amalgamati nell’olio, metteremo sale, pepe e peperoncino e ancora succo di pompelmo. Li  immergeremo la carne per una notte , o mezza giornata. Prima di servire togliere tutte le erbe, impiattare la carne  con il sughetto. Questa ricetta si abbina a un contorno di zucca al forno e peperoncini  in agrodolce.

Elena  Lasagna

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22/10/2011

A chi picciono i crauti con il cotechino ho una ricetta leggera di mia madre.

Ingredienti: cavolo capuccio o cavolo verza, aceto di mele, aglio , prezzemolo, bacche di ginepro, olio d’oliva extravergine, sale brodo vegetale, e ovviamente il cotechino.

Esecuzione: laviamo e tagliamo a fettine sottili il tipo di cavolo scelto. Dopo averlo affettato ne ricaveremo ancora dei pezzettini piccoli tagliandolo trasversalmente. Lo raccogliamo e lo mettiamo in farcia con un bicchiere scarso di aceto di mele, tre spicchi di aglio, sbucciati e lasciati per intero, le bacche di ginepro, il sale e due pizzichi di prezzemolo tritato. Lasciamolo a macerare per una notte; il mattino seguente sarà pronto per essere stufato con l’aggiunta di brodo fino alla cottura. A cottura ultimata dovrà essere asciutto dal suo liquido, quindi aggiungere l’olio che dovrà essere di gusto gentile (non dovrà sovrastare il gusto dei crauti). In un’altra casseruola abbiamo già cotto il cotechino, lo tagliamo a fette e lo affoghiamo nei crauti fino al momento di impiattare.

Elena  Lasagna

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28/10/2011

BIGOLI al TORCHIO della PUTTA  aggressiva

(putta=  a donna cattiva)

Ingredienti: farina di semola di grano duro, due uova, un cucchiaio di olio, torchio.

Per il ragù: sardine sotto sale, aglio, peperoncino, pepe, olio di oliva extravergine, passata di pomodoro, parmigiano  grattugiato.

Esecuzione: impastiamo le uova con la farina e il cucchiaio di olio, facciamo un bell’impasto morbido, lo copriamo con un tovagliolo per mezz’ora, poi si riempie il torchio con la pasta e si procede per gli spaghettoni o bigoli. Si lasciano riposare per un’ora e sono pronti per la cottura e il condimento.  Il vino adatto: un rosato della casa in grande quantità! Buona digestione!

Elena  Lasagna

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28/10/2011

Ieri Patty mi ha regalato una cassettina di mele, ieri sera le ho mandato la torta di mele e castagne alla crema, quella preferita da Lei.

Ingredienti: cinquecento grammi di mele sbucciate e affettate, messe in una zuppiera con cinque amaretti sbriciolati. Occorrono due etti di farina di castagne, due etti di farina” oo “, quattro uova medie, tre cucchiai di cacao amaro, vaniglia, una bustina di lievito per dolci, un bicchiere di latte, mezzo bicchierino di vov liquore, o marsala, mezzo bicchiere di olio di semi di arachidi, duecento grammi di zucchero semolato, uva sultanina, scorza di limone grattugiato più un cucchiaio di succo. Teglia dal diametro 22-24 centimetri, zucchero a velo.

Ingredienti per la crema: mezzo litro di latte, due tuorli, tre cucchiai rasi di zucchero, una stecca di vaniglia quattro cucchiai di farina di riso, otto castagne glassate. Le castagne andranno aggiunte a pezzettini alla crema già fredda.

Esecuzione: mescolare le uova con lo zucchero, più l’olio, metà latte, il liquore, il cacao, la scorza del limone, e amalgamare prima la farina di castagne, poi, aggiungere l’altra, il succo del limone, finire il latte,  la farina, l’uva sultanina, mettere il lievito e amalgamare bene, infine aggiungere le mele con gli amaretti. A questo punto abbiamo la teglia già unta e infarinata, o con il pane grattugiato, quindi versiamo metà del composto nella teglia e prendiamo la crema pasticcera dove abbiamo messo a tocchetti le castagne caramellate, la versiamo sopra il composto della torta infine la copriamo versando l’ultima parte dell’impasto. Il dolce va messo in forno a certosettanta g° per più di un’ora. Controllare con uno stecchino da spiedini. Una volta raffreddato andrà cosparso di zucchero a velo.

Elena  Lasagna

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 Le crostate di frutta sono la mia passione: mi piace cucinarle come facevano le persone della mia famiglia, con qualche dettaglio in più o in meno ma restano sempre i dolci squisiti di casa mia.

Voglio chiudere questo articolo con una ricetta della mia nonna.

Ingredienti: trecentotrenta grammi di farina doppio zero, un uovo e un tuorlo, ( uova medie) centoquaranta grammi di zucchero, centotrenta grammi di burro, due cucchiai di cacao, la buccia di mezza arancia grattugiata, aroma vaniglia, mezzo bicchierino di rum, due cucchiaini di lievito per dolci.

Ingredienti per la farcia : Panna montata zuccherata con zucchero a velo vanigliato, quattrocento grammi di frutti di bosco misti, gelatina di lamponi zuccherata fatta in casa, serve per guarnire.

Esecuzione: versare la farina sulla spianatoia già mescolata al cacao in polvere e al lievito, aggiungere il burro e lavorarla bene, versare lo zucchero e sempre mescolando i tuorli aggiung. gli aromi, il liquore. Stendere subito l’impasto nella  teglia, lasciarlo riposare per trenta minuti circa poi inforniamo per venti min. a 170°. Montiamo bene la panna con lo zucchero vanigliato, nel frattempo abbiamo fatto la gelatina di lamponi e abbiamo lavato e asciugato i frutti di bosco. Quando la torta si sarà raffreddata potremo stendere la panna, poi i frutti di bosco, infine pennelliamo con la gelatina di lamponi. Il dolce è pronto per il consumo.

N. B. Se qualcuno non dovesse amare la panna montata la si potrà sostituire con la crema pasticcera oppure con la crema al limone.

Elena  Lasagna

DEDICATO AI BAMBINI SECONDA PARTE

07/10/2011

Ciao sono Luana

Ho un figlio di sette anni di una vivacità sfrenata,

a scuola si comporta normalmente, ma quando

torna a casa non riesco più a gestirlo. Ho dovuto

lasciare il lavoro perché i miei genitori non ne

vogliono più sapere.

Carissima Luana, io non so fino a che punto il tuo bambino sia vivace, ma se riesce a controllarsi a scuola significa che la sua vivacità è sana.

Io credo che si senta solo e abbia bisogno della tua complicità e autorevolezza. Non dovresti picchiarlo per ogni sua marachella, ma creargli degli interessi, che vanno al di là di quelli scolastici: nel gioco per esempio; poi stuzzicargli il palato sì, ma con la giusta alimentazione. Dovresti lasciargli più libertà di fare, anche di sporcarsi tenendolo a bada senza aggressività. La libertà che gli lascerai a lungo andare finirà per calmarlo e tra di voi nascerà un sentimento di comprensione reciproca. Il tuo comportamento esemplare segnerà il suo modo di porsi ora e nel suo futuro.

Elena  Lasagna

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09/10/2011

Se tu fossi un bambino

cosa chiederesti

ad un artista?

Vorrei che i tuoi pensieri

dipingessero i miei sogni

Le tue note mi facessero sognare

E le tue parole mi arrivassero dritto al cuore

Elena  Lasagna

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11/1o/2011

Come e quando dovremo fare acquisire ai nostri figli un Io forte?

Filippo

Io credo che tutto debba cominciare nella nostra infanzia, attraverso il rapporto con i nostri genitori, e attraverso tutte le persone con cui siamo in contatto. Si impara durante l’infanzia: i bambini devono essere gratificati, ma allo stesso tempo è necessario imporre loro delle rinunce. E’ importante avere un certo allenamento alle frustrazioni: essere capaci di perdere; solo  così impareranno a gestire le piccole e grandi sconfitte per acquisire una certa maturità psicologica. Chi non ce l’ha rischia di ripetere sempre gli stessi errori.

E per chi non ha avuto la fortuna di avere

la famiglia?

Filippo

Ci sono persone che riescono a  riempire un vuoto affettivo infantile, grazie al partner o agli amici, e parenti. Per questo però occorre maturità.

Elena  Lasagna

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21/10/2011

Esistono bambini più intelligenti di altri?

Carmen

Io credo di sì. Per certi aspetti e in certe funzioni, il cervello umano può essere paragonato approssimativamente allo schema di funzionamento di base di un computer. Gli elementi di base per fare funzionare un computer sono gli” imput ” i dati di ingresso; i programmi corrispondono all’insieme di codici e regole che elaborano i dati inseriti; gli ” output” , ai risultati dell’elaborazione, i dati in uscita.

Negli individui ” imput”  sono costituiti da tutti i messaggi recepiti dai cinque sensi; i programmi sono le convinzioni radicate; gli” output” sono i comportamenti, il modo di reagire. Le convinzioni più radicate sono in genere quelle assimilate nell’infanzia: tutte le cose dette e ripetute dai genitori, assimilate senza giudizio; tutte le idee derivate dal conflitto su alcuni argomenti, con uno o entrambi i genitori; tutte le conclusioni tratte sulle esperienze fatte, tutto questo contribuisce a determinare l’autoimmagine, l’idea globale che ogni individuo ha di se stesso, sul piano fisico, su quello intellettuale e caratteriale.

L’intelligenza può essere” riproduttiva”, si tratta di soggetti che, proprio per le buone doti di apprendimento, non presentano abitualmente problemi scolastici ecc… L’intelligenza ” creativa “: l’intelletto del creativo è ben strutturato nel suo processo dinamico. La ricchezza e la fertilità portano il soggetto a esprimersi con genialità in tutti i settori, con una predilizione per quelli artistici. L’intelligenza del” riflessivo: ” chi ha questo tipo di intelligenza possiede ottime facoltà associative, deduttive e decisionali. Stabile, profondo, nelle osservazioni e sottopone il proprio pensiero  a continua verifica. L’ intelligenza ” istintiva ” , questo soggetto ha il pensiero concreto e lega questo tipo di persona al tangibile, al verificabile, e quindi,   al rifiuto di tutto ciò che obbliga alla sosta e all’introspezione. Si irrita facilmente di fronte a ogni costrizione sia mentale che operativa.

Come tutti i tratti psicofisici dell’essere umano, la ” volontà ” sembra essere il frutto di una sintesi tra tendenze innate e influenze ambientali. Nella sua forma completa la volontà presenta la capacità di immaginare un fine da raggiungere. E’ l’abilità nel predisporre i mezzi adeguati in rapporto al fine. E’ la forza determinativa che avvia il processo per il raggiungimento della meta. Spesso, una persona specie un bambino, non è in grado di elaborare tutti e tre questi elementi.

Ci sono bambini che presentano grandi ricchezze intellettive: ma non sono capiti né dai genitori né dagli insegnanti. Quindi il bambino si chiude in se stesso e viene preso per fannullone o addirittura andicappato; così  vengono maltrattati ed emarginati! In realtà questi bambini sono annoiati dalla routine di tutti i giorni perché sono esseri superiori. Il loro cervello  produce elettricità che ha voltaggi differenziati da assumere delle condizioni  bio-chimiche diverse che condizionano il modo di essere delle emozioni e dei pensieri da sconvolgere i cinque sensi, da convogliare le informazioni alle piste di registrazione, funzionando come un tutt’uno nelle aree specializzate.

In passato ho conosciuto uno di Loro… forse vi racconterò la sua storia.

La storia di Giuseppe A.

Elena  Lasagna