Giugno 17, 2023 admin LA NOSTRA SALUTE RISPOSTE AI LETTORI QUARANTADUE CENTOTRENTASEIESIMA PARTE 17/06/2023 Elena Mi hai chiesto la spiegazione di “cariocinesi”, eccola. La cariocinesi è la divisione cellulare indiretta, mediante la quale i cromatidi (ciascuna delle due subunità di cui risulta costituito un cromosoma) gemelli derivati dalla suddivisione lungitudinale di ciascun cromosoma di una cellula, si distribuiscono nelle due cellule figlie di quest’ultima in modo che ciascun cromosoma venga rappresentato in esse una sola volta. La cariocinesi assicura quindi un corredo cromosomico costante, tipico della specie a cui l’organismo appartiene. Nella cariocinesi si distinguono quattro stadi fondamentali: profase, matafase, anafase telofase. In profase i cromosomi appaiono come filamenti lunghi e sottili, più o meno avvolti e intrecciati, che vanno via via ingrossandosi e spiralizzandosi fino a raggiungere 1/10 della lunghezza iniziale. In ognuno di essi si evidenzia sempre più chiaro il centro motore, detto centrometro. Membrana nucleare e nucleo vanno sparendo, mentre dai centrioli, migrati ai poli opposti della cellula, si organizza il fuso acromatico, costituito da fibre continue che vanno da un polo all’altro, e fibre crosomomiali che prendono contatto con i centromeri (In metafase i cromosomi si muovono e si dispongono a formare una piastra equatoriale del fuso ripiegandosi a V, con le braccia che sporgono nel citoplasma e con i centromeri interni, formando così una tipica figura stellata. Segue la scissione sincrona di ogni centromero in due granuli, ognuno dei quali trascina il cromatidio cui è collegato migrando ai due poli cellulari. Segue l’anafase, in cui si formano due gruppi di cromatidi che si possono ormai chiamare cromosomi figli. In telofase la separazione dei cromosomi è completa, si ricostituiscono due membrane nucleari attorno ai nuovi nuclei, i cromosomi appaiono nuovamente distesi a forma di spirale. Contemporaneamente avviene la citodieresi, cioè la divisione del citoplasma nelle due cellule figlie. Il nucleo assume poi la morfologia tipica della fase di riposo o fase intercinetica. Marco Grazie! Così è concisa, riduttiva ma efficace. 19/06/2023 Marco di Patty Perché nei nostri vasi ci sono arterie più importanti di altre? Ma le arterie non sono tutte importanti? Elena Certo che le arterie sono tutte importanti, ma alcune sono più importanti perché da esse nascono altre arterie e via via così. Ad esempio l’arteria aorta è l’arteria più importante e principale della nostra grande circolazione. Sorge dal ventricolo sinistro si dirige in alto viene chiamata “aorta ascendente”, descrivendo un arco dall’avanti all’indietro e da destra verso sinistra Arco aortico, poi si pone davanti alla colonna dei corpi vertebrali, discendendo poi nel torace “aorta discendente”, poi attraversa il diaframma, va nell’addome e termina all’altezza della quarta vertebra lombare con la divisione nelle due arterie iliache comuni. Dal tratto iniziale dell’aorta nascono le due arterie coronarie che irrorano il cuore, a livello dell’arco si staccano una dopo l’altra, l’arteria anonima che si dividerà ben presto in succlavia destra e carotide comune destra, l’arteria carotide comune sinistra e la succlavia sinistra. Le carotidi sono destinate all’irrorazione della testa, mentre la succlavia a quella dell’arto superiore. Nel tratto toracico l’aorta emette dieci arterie intercostali per la vascolarizzazione delle pareti toraciche, dallo stesso tratto nascono rami per i bronchi, l’esofago, il pericardio e i linfonodi mediastinci. Sotto il diaframma dall’aorta nascono il tronco celiaco, l’arteria mesenterica superiore, le arterie surrenali medie, l’arteria renale, l’arteria genitale e l’arteria mesenterica inferiore. Per ultimo nel punto in cui l’aorta si divide nelle due iliache, nasce un altro ramo impari e mediano, l’arteria sacrale media, che sembra un ramo terminale dell’aorta. 20/06/2023 Abbiamo l’arteria anonima, si origina dall’aorta e si divide dopo circa due cm in a. succlavia destra e a. carotide comune destra. Arteria succlavia: si origina a destra dall’anonima e a sinistra dall’ aorta. I suoi rami collaterali e cioè le arterie che si dipartono dal suo tronco, sono: L’arteria tiroidea inferiore, la mammaria interna, l’intercostale suprema, la trasversa del collo, la trasversa della scapola, la cervicale profonda, e la vertebrale; la tiroidea inferiore, la trasversa del collo, e la cervicale profonda nascono spesso da un tronco tireocervicale comune. L’arteria vertebrale raggiunge il rachide, attraversa le ipofisi traverse delle vertebre cervicale e penetra nel cranio per contribuire all’irrorazione dell’encefalo. L’arteria succlavia si continua con l’arteria ascellare. Arteria carotide comune: nasce a destra dall’anonima e a sinistra dall’arco aortico; dopo un percorso ascendente si divide in arteria carotide interna ed arteria carotide esterna. L’arteria carotide interna: è il ramo terminale della carotide comune, penetra nel cranio attraverso un canale posto all’apice della rocca petrosa; rami collaterali: arteria caroticotimpanica, arteria oftalmica. Rami terminali, gli ultimi rami in cui un’arteria si divide perdendo la sua individualità, sono: l’arteria cerebrale anteriore, la cerebrale media, la comunicante posteriore e la corioidea. Le prime tre concorrono anastomizzandositra loro e con la cerebrale posteriore, a formare il cosiddetto poligono di Willis, da cui dipende quasi tutta la circolazione cerebrale. Arteria carotide esterna: ramo terminale della carotide comune; rami collaterali: arteria tiroidea superiore, arteria facciale, arteria linguale, arteria occipitale, arteria auricolare posteriore, e arteria faringea inferiore. Essa termina dividendosi in due rami: arteria mascellare interna e l’arteria temporale superficiale, l a prima si distribuisce alla cassa del timpano, al muscolo temporale, alle arcate dentarie, ai muscoli della faccia e conta fra i suoi rami più importanti l’arteria meningea media. L’arteria temporale superficiale irrora la parotide, i muscoli della guancia, il muscolo temporale, i tegumenti della regione parietale e il padiglione auricolare. Arteria ascellare: è la denominazione di un tratto del tronco arterioso destinato all’arto superiore; e infatti il proseguimento della succlavia e si continua con l’arteria bronchiale, i suoi rami collaterali sono l’arteria aeromiotoracica, la mammaria esterna, la sottoscapolare, le arterie circonflesse omerali. Arteria bronchiale od omerale, è la continuazione dell’arteria precedente, il limite tra le due, essendo convenzionalmente stabilito a livello del margine inferiore del muscolo pettorale, cede un’arteria nutritizia per l’omero, rami per la cute ed i muscoli circostanti, l’arteria omerale profonda e le cosiddette collaterali ulnari superiore ed inferiore che partecipano alla vascolarizzazione del gomito, termina dividendosi nell’arteria ulnare e nella radiale. L’arteria ulnare, ramo terminale dell’arteria brachiale; rami collaterali: arterie ricorrenti ulnari per la circolazione del gomito, arteria interossea comune, arteria trasversa superiore del carpo, arterie ulnodorsale e . Arteria ulnopalmare. Termina anastomizzandosi con l’arteria radiopalmare per formare l’arcata palmare superficiale. Arteria radiale: altro ramo terminale dell’arteria brachiale; rami collaterali: arteria ricorrente radiale, rami per i muscoli dell’avanbraccio, arteria trsversa radialeanteriore del carpo, arteria radiopalmare, arteria dorsale del pollice, arteria dorsale del carpo, arterie metacarpee , termina anastomizzandosi con l’arteria ulnopalmare per formare l’arcata palmare profonda. E’ sull’arteria radiale che il medico valuta abitualmente il polso. Dalle arcate arteriose palmari, della cui formazione si è detto a proposito delle arterie ulnare e radiale, che nascono i rami metacarpei palmari e le arterie digitali. 21/06/2023 Elena E adesso si continua con l’ultima parte, questo ti servirà ad imparare per conoscere il nome e la funzione di tutte le arterie di cui è composto il nostro corpo. Riprendiamo dall’arteria celiaca: impari, si stacca dall’aorta addominale e si divide quasi subito in tre rami: arteria epatica, la gastrica sinistra e la splenica. L’arteria epatica provvede alla nutrizione del fegato. L’arteria gastrica sinistra dà rami per lo stomaco, per l’esofago e per l’epiploon gastroepatico, termina anastomizzandosi con l’arteria gastrica destra, ramo dell’epatica. L’arteria splenica irrora la milza dopo aver dato rami per lo stomaco arteria gastroepiploica sinistra, arterie gastriche brevi e arteria gastrica posteriore e per il pancreas. Ed ora veniamo all’arteria renale: pari, sorge dall’aorta addominale e si distribusce alla ghiandola surrenale ed al rene. Arteria mesenterica superiore: impari, nasce dall’aorta addominale; cede rami al pancreas e al duodeno, l’arteria pancreatico-duodenale inferiore, l’arteria colica destra e alcune arterie per l’intestino; si anastomizza con le arterie ileo-colica e colica media, suoi stessi rami. Arteria genitale: pari, nasce dall’aorta addominale e scende ad irrora la gonade omolaterale; prende il nome di spermatica interna nell’uomo e di ovarica nella donna. Arteria mesenterica inferiore: impari, dall’aorta addominale, si distribuisce al colon trasverso, al colon discendente, al sigma ed al retto; termina cn le arterie emorroidarie superiori. Arteria iliaca comune: pari, si forma dalla devisione terminale dell’aorta, si divide a sua volta in due rami, l’arteria iliaca interna e l’arteria iliaca esterna. Arteria iliaca interna: pari, si distribuisce agli organi pelvici, alle regioni glutee ed al pudendo, i suoi rami collaterali sono: arteria iliolombare, l’arteria glutea superiore, le arterie sacrali laterali, l’arteria otturatoria con rami per alcuni muscoli pelvici, per la vescica, la prostata, ed imuscoli mediali della coscia, l’arteria ombelicale che nel feto riporta il sangue alla placenta mentre nel neonato si atrofizza in un legamento, le arterie vescicali inferiori, l’arteria emorroidaria media e nella donna le arterie uterina e vaginale; termina con le arterie glutea inferiore e pudenda interna. La prima destinata ai muscoli della regione glutea e ad alcuni muscoli della coscia, la seconda diretta ad altri muscoli regionale ed ai genitali esterni. L’ultimo capitolo continua nell’articolo: “risposte ai lettori quarantadue centotrentasettesima parte”.