Giugno 12, 2023 admin DIALOGANDO CON VOI DIALOGANDO CON VOI 12/06/2023 Marco di Patty Il professore mi ha consigliato la poesia del Pascoli “La picozza” l’ho letta ma secondo me è difficile, forse perché è metà dialettale, ti chiedo aiuto. Grazie! Elena La picozza è una poesia simbolica, in cui la picozza rappresenta l’arte, la poesia, per mezzo del quale il Poeta è potuto salire sempre più in alto, dove si respirano le auree vitali, vicino al cielo e agli orizzonti infiniti. È stata dura la difficoltà dell’ascesa, ma grande è ora la commozione che il Poeta prova nel riguardare il cammino percorso e si augura che altri possano salire ancora più in alto seguendo il suo esempio. Il Poeta con la brevità che si addice alla poesia lirica, descrive la miseria, il pianto e l’abbandono tra cui incomincia la sua via, che poi prosegue con coraggio e con ardore incontrando le più grandi difficoltà e i più gravi pericoli. La via sale, va per il monte, solo senza aiuto, e senza una guida, solo con la picozza con la quale si scava man mano il passo nel ghiaccio. Ma non sale per discendere, per avere applausi e onori. Egli vorrebbe poi se arriva in cima restare a morire tra le aquile (tra gli spiriti dei grandi poeti), augurandosi che dietro di lui qualcun altro arrivi, e guidato dalla rilucente picozza che a lui sarà scivolata di mano, ma che sarà poco lontano, la trovi tra l’alga rossa. L’alga rossa che si vede a volte su altri monti e che fa sembrare la neve tutta insanguinata. (Si sente sempre in tutte le sue poesie il dolore del poeta per la sua giovinezza perduta, ossia per avere perduto presto le persone che lui amava, e nella poesia fa capire quanta vergogna ha provato per la sua miseria che lo costringeva a tenere sempre gli occhi bassi, e nessuno si accorgeva di quello che stava vivendo, detestava l’indifferenza della gente. Quanto pianto faceva da solo e si paragonava ad una pioggia violenta che copre il pianto della natura e copriva anche il suo pianto impercettibile perché tutto si confondeva nel dolore universale). Per questo aveva raggiunto il punto più alto, dove sarebbe bene fermarsi, ma restando umile senza superbia. Il merito di essere così in alto dice che non è suo, ma del monte; perché la poesia eleva l’uomo spogliandolo di ogni meschinità. Marco Io non sarei stato capace. Elena Se dici così sei una personcina onesta e capace di cose belle, vedrai. Rileggi la poesia e adesso che hai la mia spiegazione, prova a farla, sono certa che uscirà qualcosa di bello. 13/06/2023 Elena Oggi ti farò conoscere un altro poeta romagnolo, si chiama Marino Moretti, nacque a Cesenatico. A quei tempi era uno scrittore e poeta molto apprezzato tra gli scrittori italiani contemporanei. La sua poesia è vera, semplice, velata da dolce malinconia; questa si chiama ” Prime tristezze”. Cercala o chiedila al tuo prof. di italiano, Io nel frattempo ti lascio la spiegazione o prosa. Si può essere felici quando si ha la coscienza di non aver compiuto il proprio dovere, anzi di essersi volontariamente sottratto ad esso? Il Poeta era un fanciullo e andava a scuola. Un giorno marinò le lezioni e se ne andò a passeggio in attesa che scoccasse mezzogiorno. Egli aveva creduto in questo modo di conquistare la libertà, mentre invece il suo cuore era stretto dall’ angoscia. Aveva anche timore di essere veduto da qualcuno che conosceva e che potesse riferire ai suoi la marachella, e perciò cercava i luoghi più solitari, dove fosse meno grande il pericolo d’incontrare volti conosciuti. Inoltre il suo pensiero non faceva che correre alla scuola; pensava al suo posto vuoto, ai suoi compagni, alle lezioni studiate. E il tempo non passava mai e ogni tanto chiedeva l’ora a qualche passante nella speranza che fosse giunto il momento di tornare a casa. Con quanta paura e con quanta angoscia si accorse di avere pagato quella vacanza arbitraria. La vera libertà non dà angoscia e da quel giorno decise che sarebbe sempre stato leale con tutti e che aveva capito quale fosse la vera libertà. Marco di Patty È proprio vero che signori e intelligenti si nasce! Oggi c’è gente che ruba, che ammazza e non fanno nemmeno una piega! Ma di cosa sono fatti? Certo non sono degli A. Einstein. Grazie! 15/06/2023 Marco di Patty Siccome nelle altre classi non ho fatto mai “La leggenda di Malaspina” il mio prof. d’italiano me l’ha consigliata; è una poesia che dice che ogni adolescente e, o maggiorenne, dovrebbe conoscere. Elena Io ho quella che scrisse Diego Valeri. Era padovano, professore di letteratura francese all’università di Padova. La sua poesia risente gli influssi Carducciani e crepuscolari. Il suo è un mondo sereno, nel quale poeticamente si trasfigurano le cose di ogni giorno e i sentimenti semplici degli uomini. Scrisse molte poesie ed è autore di molto saggi critici. Con la leggenda del Malaspina riemerge la sua vocazione religiosa e rivela come nella bibbia: “Ama il prossimo tuo come te stesso” che è il precetto fondamentale del Cristianesimo. Bisognerebbe perciò amare il prossimo e aiutarlo nelle sue necessità, dimostrare in ogni occasione quello spirito di carità che contraddistingue i veri cristiani. Ovviamente dobbiamo capire chi invece vuole essere aiutato e non ne ha bisogno, anzi l’egoista prende ai poveri per il solo scopo di arricchire se stesso. Così facendo saremo sempre in grado di leggere nella nostra anima e di non attirare il malaugurio che ci viene dal cielo: quello della giustizia divina. Il Malaspina non credeva a nulla, quindi diventò sempre più avaro e egoista. Cosi che quell’anno il raccolto era stato insufficiente per tutti, si parla del grano e del vino; ma Malaspina aveva il granaio e le botti piene. L’autunno stava per finire e i poveri non sapevano di che tirare avanti, così pensarono di bussare alla porta del Malaspina e chiesero in nome di Dio un po’ di carità, solo quel poco per non morire di fame soprattutto per i loro bambini. Ma il vecchio avaro non volle sentir ragione, non ascoltava nessuno e fece cacciare via la gente povera dai suoi cani. Un giorno passò da quelle parti un povero, più di quelli che l’avevano preceduto; era tutto stracciato con i piedi e le ferite sulla mani, ma aveva uno sguardo dolcissimo. Quella persona era Gesù, sceso sulla terra per affrontare le persone come il Malaspina. Ma anche a lui gli fu negato anche un bicchiere di acqua, con parole sgarbate e cattive; Gesù se ne andò ancora più sconsolato e triste per il comportamento di quell’uomo: una durezza di cuore e una crudeltà da bestie. Passò l’inverno e a primavera ripresero i lavori nei campi. Malaspina in persona sorvegliava il lavoro dei servi, ma quando fu il momento del raccolto, le spighe si trasformarono in spine dalla punta dura, e i bei grappoli d’uva in stecchi, da cui sgorgava il sangue che andava a colmare le botti. Così fu punito Malaspina e dalla sua terra non si raccolse più nulla, né fiori, né frutti, ma solo spine, la sua terra divenne così arida come il cuore del Malaspina. Marco Bellissima! Sì, però oggi bisogna stare attenti prima di aprire la porta e il portafogli a qualcuno. Non trovi? Elena Anche a quei tempi, ma oggi come dici tu ci sono molte più persone che non hanno voglia di lavorare e vorrebbero rubare a chi lavora e a chi ha lavorato sodo; e pensare che il lavoro c’è! Pensa a me è capitata una donna che voleva denaro per la sua madre malata, io le dissi di ritornare domani, nel frattempo m’informai chi fosse veramente e scoprii che quella donna non solo aveva il lavoro ma era una benestante. Vedi? Bisogna stare attenti anche a queste trappole; una persona grande di cuore potrebbe essere derubata. 16/06/2023 Marco di Patty Mi ero dimenticato, il prof. mi aveva suggerito anche “Lamento del Sud ” un’altra di salvatore Quasimodo. Ce la fai per oggi? Elena Certo! In questa poesia il Poeta non sa nascondere la nostalgia struggente per la sua terra: la Sicilia, e trova la capacità di vedere e di sintetizzare felicemente la storia intima, che è quella più vera della Sicilia, e più in generale, del Sud d’Italia. In questo lamento la pianura lombarda, tanto diversa dalla solare e barbarica terra di Sicilia, costituisce il naturale contrasto fisico che è il segno esteriore di un altro ben più grave e ben più profondo contrasto spirituale, ma anche la condizione prima per intendere e compiangere la sorte di tante generazioni che l’ignoranza, l’oppressione, la natura stessa sembrano aver condannato a trascinare i morti in riva alle paludidi di malaria ed a urlare impotenti bestemmie con l’eco dei suoi pozzi. Il motivo della nostalgia poi si fa disperato per la certezza dell’impossibilità del ritorno, per la fatalità che sembra aver condannato anche lui il Poeta, come nel corso dei secoli e dei millenni ha condannato la gente che nel Sud hanno avuto la odiosa e amata loro patria. Così il canto assume forme nuove e apparentemente contradditorie, diviene assurdo contrappunto di dolcezze e di furori, protesta e atto d’amore che, particolarmente in certi momenti, tocca punte sublimi: come quello dei fanciulli che tornano sui monti e costringono i cavalli sotto coltri di stelle. Marco anche questa è bellissima! Elena Certo che S. Quasimodo era un dei grandi poeti di quei tempi. Marco Domani mi parleresti della cariocinesi? Ne vorrei capire qualcosa anch’io. Grazie! 19/06/2023 Marco di Patty Senti ma la parola “Okinawa” quella che significa “anima in volo”, perché si chiama Okinawa? Esiste questa parola, e che cosa significa diversamente? Elena Siccome che ad Okinawa (isola dell’arcipelago delle Ryukyu, nel mar cinese) tanto tempo fa ci fu una battaglia, una delle più sanguinose dell’ultima guerra. Per ben 52 giorni le truppe della 10ª armata americana lottarono per la conquista dell’isola contro i giapponesi che per la prima volta impiegarono i Kamikaze. Lo stesso comandante della 10ª armata il generale Buckner, morì in combattimento. La battaglia infuriò anche nelle acque attorno all’ isola, e i giapponesi perdettero la corazzata”Yamato” e con essa fu eliminata anche la flotta nipponica nel pacifico. I giapponesi tra caduti in battaglia e suicidi, perdettero oltre 100.000 uomini. Io ho sempre pensato che la correlazione con Okinawa o anima in volo fosse dovuta proprio alle tante anime cadute sul posto. Marco Può essere, anzi sicuramente è così. 21/06/2023 Dott. Robert e Linda Una persona ci ha domandato se Marco e Patty abitano lì vicino a te; io ovviamente ho risposto la verità e che lì vicino a te anche se ci fossero una Patty e un Marco non sarebbero loro. Era una persona mandata da uno del gruppo dei corrotti e corruttori. Elena Avete fatto bene, anche perché qui non ci sono delle Patty e dei Marco, e poi che cosa interessa a loro? Ma non hanno niente da fare che perseguitare le persone? Dott. Robert Non puoi immaginare quanto questi soggetti siano subdoli, e quelli che riescono a corrompere sono delle persone invidiose; lasciatelo dire da me che ormai li conosco e conosco anche le loro menzogne. Elena Vi ringrazio!