RISPOSTE AI LETTORI QUARANTADUE CENTOTRENTACINQUESIMA PARTE

30/05/2023

Marco di Patty   Il rallentamento del ritmo cardiaco è dovuto solo a malattie cardiovascolari?  Grazie!

Elena  No,   ci sono altri disturbi o patologie che conducono a questa disfunzione.  A volte potrebbe essere una predominanza  della funzione vagale, dovuta a fattori costituzionali,  a lesioni irritative dei centri encefalici e midollari,  dei gangli,  delle fibre del vago,  a stimolazione da parte di sostanze vagotrope,  a inibizione del simpatico per azione di farmaci simpaticolitici.  A caratterizzare questa patologia è proprio anche il rallentamento del rirmo cardiaco,  con aumento della secrezione sudorale,  salivare,  lacrimale, bronchiale,  gastrointestinale,  biliare. La muscolatura liscia dell’apparato digerente,  della cistifellea,  della vescica,  dei condotti deferenti,  risulta ipertonica con aumento della forza e della frequenza delle contrazioni;  la pressione arteriosa,  invece per effetto della vasodilatazionee dell’azione cronotropa negativa, esercita sul vago,  sul cuore tende a valori bassi.  A livello dei bronchi l’ipertono dei muscoli bronchiali,   determinano una restrizione del lume,  costituisce un terreno di predisposizione all’asma bronchiale;  gli atti respiratori di solito sono accelerati;  il ricambio è ritardato e la pupilla sembra midriatica. Questi sono disturbi legati a questa patologia,  compresi anche  gastrite ipertonica-ipersecretiva la colite spastica,  e gli sti infiammatori dell’intestino. Ti ho mostrato tutto questo per farti capire quanti sono i disturbi che possono portare ad una diagnosi invece che un’altra.  L’importante è saper distinguere il tutto per non sbagliare mai.

31/05/2023

Marco di Patty   Vorrei sapere: quella neoplasia originata dagli epiteli di rivestimento della cute e delle mucose,  quali organi colpisce?   Grazie!

Elena  Rispetto alla morfologia istologica si distinguono una neoplasia a cellule squamose o spinocellulari,  e una neoplasia a cellule cilindriche o basocellulare.  La prima trae origine dagli epiteli piatti stratificati della cute:  viso,  collo,  arti superiori,  genitali esterni,  di alcune mucose come bocca, faringe,  esofago, corde vocali,  vagina,  uretra,  portio  ,  e da quelli di transizione delle vie  urinarie:  bacinetto renale,  ureteri,  vescica.  Si sviluppa da isole metastatiche di epitelio piatto della cistifellea,  dei bronchi e dello stomaco.  Può assumere un aspetto nodulare:  placca dura con precoci ulcerazioni;  papillare: rilievi moriformi con ulcerazioni superficiali;  scirroso:  consistenza dura e andamento infiltrante.   Le metastasi più frequenti sono a livello delle linfoghiandole regionali,  rara è la diffusione per via ematica.  Spesso questa neoplasia insorge su focolai di radiodermite o nella zona d’impianto di un precedente papilloma.

Le neoplasie a cellule cilindriche traggono origine dagli epiteli cilindrici di rivestimentodi alcune mucose, quali quella gastrica,  intestinale,  uterina,  nasale,  tubarica,  laringea,  tracheale,  bronchiale e salpingea.  La neoformazione può assumere un aspetto infiltrante ulcerato,  oppure papillare o villoso.  Le ulcerazioni si compllicano sovente per la sovrapposizione di fenomeni infettivi,  necrotici ed emorragici.  Quasi sempre si ha la precoce invasione dei vasi sanguigni e linfatici regionali da parte di zaffi neoplastici. La neoplasia bronchiale è tra i più frequenti di questi tumori; colpisce di preferenza il sesso maschile tra i 40 e i 60 anni e può presentarsi macroscopicamente con caratteri assai vari.  La diagnosi delle noplasie si basa esclusivamente sull’esame istologico.

01/06/2023

Marco di Patty  Vorrei sapere se quel siero che produce la ghiandola mammaria a partire dall’ultimo periodo della gravidanza,  che precede la secrezione lattea,  è dannoso per il bambino?  Grazie?

 Elena   No,  non è dannoso,  anzi… Si tratta di un liquido denso,  giallastro,  che ha reazione debolmente alcalina,  rispetto al latte è più ricco di albumine,  di enzimi e di sali minerali,  mentre è quasi privo di caseina e di grassi.  A differenza del latte coagula in seguito al riscaldamento.  Ha una debole azione lassativa, per cui si ritiene che favorisca nel neonato l’eliminazione del meconio,  accumulatosi nell’intestino nel corso della vita fetale.  Attraverso questo siero vengono escrete alcune proteine anticorpali: antitossine difterica, tetanica,  stafilococcica,  il che permette un’immunizzazione attiva antinfettiva del neonato.

05/06/2023

Marco   Esiste una condizione o più  condizioni in cui una persona riceve una quantità di stimoli inferiori alla norma per motivi naturali o artificiali?

Elena   Certo che sì,  è il deficit sensoriale e percettivo,  in cui il paziente non è sottoposto ad una riduzione quantitativa ma qualitativa della stimolazione, che perde in tutto o in parte il suo significato.  Vicino al deficit sensoriale percettivo vi è la condizione di monotonia pecettiva,  in cui il soggetto è sottoposto per un certo periodo sempre agli stessi stimoli.  Si distingue un deficit cronico,  della durata di alcuni anni,  da uno acuto,  dalla durata di alcune ore a qualche settimana. Nel deficit sensoriale,  l’eliminazione di ogni stimolo non è mai possibile,  se non per le modalità visiva e acustica.  Sia il defit sensoriale sia quello percettivo provocano una grave disorganizzazione del comportamento,  i cui primi effetti sono rilevabili dopo circa 3 ore e di massima sono di tanto più gravi quanto è più lungo il periodo di deficit,  pur esistendo una variabilità interindividuale.  Tali effetti vengono distinti clinici e cognitivi.  I primi che presentano una certa somiglianza con gli effetti prodotti da sostanze allucinogene quali L’SD, sia pure in forma più blanda,  consistono in: allucinazioni frequenti,  che possono interessare tutte le modalità sensoriali  e presentano diversi livelli di strutturazione,  da lampi di luce,  o ronzii o sensazioni di dondolamento, alla visione di vere o proprie scene strutturate.  Alterazioni dello schema corporeo,  anch’esse frequenti,  che consistono nella sensazione di allungamento o di accorciamento delle membra, mancanza di arti,  e così via. Deliri più rari di solito accompagnati da allucinazioni e che possono presentare i caratteri e i contenuti più vari.  Tra gli effetti cognitivi,  sono state studiate alterazioni della memoria e dei processi di pensiero,  ma l’attenzione degli studiosi si è concentrata soprattutto sulle alterazioni percettive.  Queste sono riassumibili sostanzialmente in una frammentazione del campo percettivo,  con una relativa incapacità a percepire forme globali.  Particolari interessi rivestono gli studi,  compiuti su animali,  dagli effetti  del deficit sensoriale dalla nascita.  Si è potuto constatare come le alterazioni percettive,  a carico soprattutto dei processi di costanza,  che s’instaurano negli animali così trattati diventano ben presto irreversibili.  Nell’essere umano,  ovviamente la povertà di stimolazione culturale,  può provocare gravi ritardi di sviluppo sul piano cognitivo.

09/06/2023

Marco di Patty  Vorrei sapere se l’infiammazione acuta e cronica dell’uretra può portare a gravi conseguenze come il cancro e alla terapia chirurgica?  Grazie!

L’infiammazione dell’uretra, a decorso acuto o cronico dovuta a vari agenti patogeni come gonococco e virus erpetico,  virus della malattia di Nicolas e Favre, ecc. anche se di rado di riscontrano forme del tutto asettiche.   I germi si localizzano nell’uretra sia per via ascendente,  dall’esterno sia discendente dalla vescica nel corso di cistiti acute o croniche.  Le forme cliniche più importanti vengono classificate secondo il criterio eziologico.

L’infiammazione dell’uretra gonococcica è sostenuta dal gonococco:  si manifesta con prurito,  dolore,  bruciore alla minzione,  secrezione uretrale siero-purulenta;  dopo qualche settimana l’infezione si propaga all’uretra posteriore e alla vescica, provocando un’uretrocistite e cronicizzandosi.  Possibili complicazioni nell’uomo sono prostatiti, epididimiti e orchiepididimiti;  nella donna vulviti,  vaginiti,  cerviciti,  endometriti,  salpingiti,  ovariti,  bartoliniti,  proctiti ecc.

L’infiammazione all’uretra di tipo sifilitico rappresenta la localizzazione uretrale di una lesione luetica.  Mentre l’infiammazione di tipo tubercolare è quasi sempre secondaria a forme tubercolari della prostata e delle vescichette seminali e si manifesta con lesioni nodulari o ulcerative.  C’è anche l’infiammazione di tipo erpetico da virus erpetico,  si accompagna di solito all’erpes genitalis.  E l’infiammazione traumatica viene determinata da traumi locali o si manifesta con dolori e fuoriuscita di sangue; può complicarsi per infezione da parte di germi locali,  esita spesso in cicatrici  retraenti con stenosi del canale uretrale. Mentre le infiammazioni asettiche dell’uretra sono caratterizzate dall’assenza di germi patogeni e da secrezione mucosa.

14/06/2023

Marco e Patty    L’acido citrico,  che ruolo svolge nel nostro organismo?  È vero che potrebbe essere nocivo?  Grazie!

Elena  Nella maggior parte degli organismi sia animali che vegetali lo contengono,  sia libero o come sale di calcio e di potassio.  Questo acido ha un ruolo importante nel metabolismo cellulare,  essendo un prodotto intermedio del ciclo di Krebs,  da cui l’acido citrico prende il nome.  Esso si forma nei tessuti per condensazione dell’acido ossalacetico con l’acetil-C ºA in presenza dell’enzima citrato-sintetasi.  Ha grande importanza la sua biosintesi per degradazione fermentativa del glucosio a opera di diversi microrganismi tra cui l’Aspergillus niger.  Tale processo viene infatti sfruttato per la produzione industriale dell’acido. L’acido citrico viene largamente adoperato come additivo alimentare per le sue proprietà antifermentative e viene usato in tintoria come mordente.  Inoltre ha molteplici appicazioni nella chimica analitica e preparativa.  In farmacia è usato per la preparazione di polveri effervescenti;  queste sono composte da carbonato di magnesio e acido citrico,  dotati di proprietà purgative,  o da bicarbonato sodico e acido citrico che in soluzione reagisce liberando anidride carbonica,  con formazione di citrato di sodio, dotato di proprietà antiacide.  In medicina il citrato di sodio è adoperato come anticoagulante,  sia nella pratica trasfusionale, in soluzione del 4%, 02 sia per rendere incoagulabile il sangue conservato.  Ovviamente l’eccesso di questo acido porta a scompensi e a disfunzioni gravi.