Aprile 20, 2023 admin DIALOGANDO CON VOI, VARIE E RISPOSTE AI LETTORI DIALOGANDO CON VOI 20/04/2023 Marco di Patty Ho scelto medicina, storia o italiano contemporaneamente, va bene? Grazie! Che cosa significa il trattato della Triplice Alleanza? Elena Nel 1882 il 20 maggio veniva stipulata a Vienna la triplice Alleanza tra Austria, Germania e Italia. Era da parte italiana, una decisione imposta dalla necessità di uscire dall’isolamento internazionale, determinato dalla crisi dei rapporti con la Francia conseguenti alla “delusione” di Villafranca, alla difesa francese dello Stato Pontificio dalle legittime rivendicazioni italiane, e poi alla conquista della Tunisia (1881) compiuta contro le mire coloniali e gli interessi italiani. Mentre l’aiuto fornito dalla Prussia bismarckiana nel 1866, che portò all’annessione del Veneto aveva avvicinato l’Italia agli Stati Centrali, che riscuotevano anche la simpatia della monarchia Sabauda e dei circoli ad essa vicini per il modello conservatore dell’ordine sociale e politico da essi rappresentato. Per questi e per altri motivi finì per affermarsi l’abilità politica di Bismarck che poi portò alla triplice alleanza, rinnovata nel 1887 e nel 1891, malgrado il dominio austriaco su Trento e Trieste. Sarà proprio la questione relativa a questi territori a rendere inoperante l’Alleanza nel 1915, quando durante la prima guerra mondiale, l’Italia prenderà le armi contro l’Austria, la nemica tradizionale in tutte le lotte risorgimentali. 21/04/2023 Marco di Patty Un altro aspetto del Romanticismo italiano? Grazie! Domani faremo una poesia? Elena Ok. Un altro aspetto del Romanticismo italiano è la rievocazione della storia passata, compreso il Medioevo, non solo le origini delle letterature nazionali, e quindi l’origine della cultura del concetto di nazione, ma anche uno dei rari momenti di lotta eroica contro l’usurpatore straniero, per la libertà dell’Italia settentrionale dall’Impero. Era inevitabile che in questa situazione storica la maggior parte degli artisti si ponesse il problema di risvegliare le coscienze assopite e di richiamare gli uomini all’azione prima del problema letterario. Forse è questo il motivo per il quale nel nostro Romanticismo, se si escludono Manzoni e Leopardi, non ci sono altri nomi di grandi autori. 22/04/2023 Marco di Patty Vorrei ritornare sulle poesie di S. Quasimodo, mi piacciono molto, ne ho scelta una per oggi, se puoi mi scrivi la spiegazione, se non hai tempo è lo stesso anche domani, la poesia s’intitola ” Alle fronde dei salici”. Grazie! Elena A me piace molto questa materia, quindi non preoccuparti per il mio tempo: quando non sono puntale significa che o è successo qualcosa, oppure è il sito. Allora, ritorniamo alla poesia “Alle fronde dei salici”, Il poeta intende le fronde dei salici piangenti. A quel tempo la fine della guerra e le sue attrocità ad essa connesse, tacevano anche le voci dei poeti. Questa frase l’ha ripresa dalla Bibbia, dove è detto che gli Ebrei, durante la cattività babilonese, sospesero ai salici le loro cetre: “Come potevamo cantare in una terra che non è nostra? Questo intende nella prima strofa. Il ricordo della guerra appena finita, che per l’Italia dal 1943 al 1945, significò anche l’occupazione tedesca e la guerra civile, detta al poeta questa breve e intensissima lirica, in cui è definita la sua condizione durante la bufera bellica: l’impossibilità del canto e l’immensa pietà per le sofferenze altrui. Non è una poesia di odio, questa come nessun’ altra di Quasimodo: la sua è sempre una voce di pietà, di compassione (negli anni ho imparato che è come dovrebbe essere la voce della vera poesia) anche se fra la pietà si può intuire il rimprovero e la condanna della violenza, da qualunque parte essa provenga, perché la violenza lascia una scia di lamenti innocenti quello degli orfani che di quegli orrori sono stati vittime inconsapevoli e purtroppo non finirà mai di essere così! 26/04/2023 Elena Ciao Patty, ho la prosa della poesia di E. Montale “Maestrale” che mi avete fatto pervenire lunedì sera; ho fatto la prosa di fresco, perché secondo me molte poesie di Montale sono sempre attuali e belle. Ho la spiegazione di “maretta, broli, lameggia, protesi e la linea del mare. In questa poesia il poeta paragona la sua vita al mare, il quale come lui, è fatto di tempesta e di calma. Il mare è tornato tranquillo dopo la lotta con il vento impetuoso: soltanto qualche albero ondeggia leggermente la cima e qualche piccola onda s’infrange sulla costa. Il mare ha il colore dell’acciaio, e come in uno specchio si riflette la vita del poeta, che nel vedere un uccello volare verso il mare, incita se stesso ad andare oltre, sempre più lontano. Elena Le parole in cui mi hai chiesto una spiegazione: la maretta significa mare leggermente mosso; broli sono i giardini caratteristici sulla costa ligure; con lameggia il poeta vuole descrivere il mare splendente come una lama di acciaio; protesi sono le dita sollevate verso l’alto; e con la linea del mare il poeta intende la superficie marina. Marco Ci sono dei poeti che dicono che le prose delle poesie non andrebbero fatte, perché ogni persona la può interpretare come meglio crede. Il mio prof. di italiano dice che non è così: ma dice semplicemente che chi la pensa così significa che non capisce la poesia, perché una poesia parla da sé e con la poesia una persona esprime ciò che ha dentro l’anima. Elena Io le prose le ho fatte sempre anche nelle scuole superiori, perché mi piace molto comprendere ciò che esprime l’anima delle persone, ma lascio libera la gente di pensare ciò che vuole. 28/04/2023 Marco e Patty Abbiamo saputo tutto dal dott. Robert, non sappiamo come tu faccia a sopportare certa gente! Al giorno d’oggi le persone parlano e poi rinnegano tutto; ma sono malate o che altro? Oppure si confessano per riferire ciò che vogliono e che non corrisponde a verità! Elena Di queste cose ne parliamo a casa mia o a casa vostra, preferisco così. A proposito, dell’altra poesia di Montale, “Upupa” l’ho trovata, ho dato una sbirciatina alla poesia, per accertarmi di non sbagliare, ecco la spiegazione. Elena L’upupa è un elegante uccello dal becco lungo e curvo, con una cresta di penne sul capo. Ha una cattiva fama presso i poeti, che non si sa da dove provenga, è un uccello calunniato: forse per il suo nome cupo o forse perché sembra un falso gallo a causa della cresta di penne. Ma questo poeta a differenza di tutti gli altri invece di considerarla una creatura del malaugurio, per lui è la gentile annunziatrice dell’imminente primavera, quindi un allegro folletto che vola felice nella luce e nel sole come un folletto alato che, senza volere ignora tutto questo. 29/04/2023 Elena Ecco la prosa della poesia che mi hai portato, “Sette proverbi” di Renzo Pezzani. Lui nacque a Parma nel 1898 e morì a Torino nel 1951. Fu giornalista, poeta e scrittore, e dedicò gran parte della sua attività letteraria ai giovani. In questa poesia è racchiuso un piccolo e breve racconto di quelle umane felicità, cui possono aspirare tutti gli uomini: la gioia dobbiamo trovarla nelle cose che ci circondano, non nelle illusioni lontane che forse non si realizeranno mai.. Se vogliamo conseguire un bene non dobbiamo avere timore delle sofferenze a cui andremo incontro; il pane è l’alimento migliore per chi ha fame, come la nostra casa, per umile che sia, è più accogliente per noi di una reggia. Non bisogna aver paura dei sacrifici se vogliamo formarci una buona posizione; i pensieri cattivi lasciano un’impronta nera sulle nostre anime; quando si è commesso un peccato, per essere purificati, non c’è che un pianto veramente di pentimento. Elena Scommetto che hai scelto questa poesia perché il poeta somiglia un po’ a mia nonna vero? Solo che lei non lesse mai una poesia in vita sua, era guidata dal suo buon senso da una grande intelligenza e dalla sua saggezza. 30/04/2023 Elena Marco eccoti le due prose del Pezzani che mi hai chiesto: ” I due sentieri e La scuola di campagna”; incomincio dalla prima. “I due sentieri” Nella mitologia di Ercole , l’eroe dalla forza prodigiosa, narra che un giorno si trovò ad un bivio: da una parte la strada della virtù, faticosa ma piena di gloria; dall’altra parte quella del vizio, facile, allettante, ma ingloriosa. Quale scegliere? Ercole non esitò e imboccò la via della virtù. Come Ercole ciascuno di noi deve fare la sua scelta. Quando un bambino nasce, un angelo si mette al suo fianco, e da quel momento, insieme essi giocano, ridono, piangono e pregano Dio. ma un giorno essi arrivano ad un bivio: di qua la strada del dolore che conduce a Dio, di là quella del piacere che porta al male. Nella poesia l’angelo scongiurerà il bambino di non aver paura e d’imboccare con coraggio il sentiero irto di spine, in fondo al quale c’è l’eterna gioia. A volte il bimbo non ascolta la voce dell’angelo, e si lascia attrarre dai beni che non portano alla felicità e alla gloria, ma all’egoismo ecc. ma spesso il bimbo ascolta il suo angelo e lo segue per le vie del bene. Vanno insieme cantando in mezzo alle difficoltà e Dio li benedice. Seconda prosa “Scuola di campagna”: Dopo tanto tempo il poeta torna a rivedere la scuola, dove trascorse la sua infanzia e la trova immutata: perfino la maestra è la stessa, ha solo la voce più sottile e stanca. Il tempo sembra non essere passato, e il poeta si sente trasportato all’indietro fino ai giorni lontani delle prime classi elementari…Entra zitto zitto in classe, si siede all’ultimo banco e insieme con i bimbi anch’egli pronuncia le lettere dell’alfabeto. Marco Bellissime! Nostalgiche che sano di vita.