RISPOSTE AI LETTORI QUARANTADUE CENTOQUARANTACINQUESIMA PARTE

23/03/2024

P_20230707_164112_004

Alessandra e Giovanni.   Nelle malattie che colpiscono i reni,  quando si entra nella patologia?  Grazie!

Elena  La patologia del rene comprende diversi fattori:  entriamo nella patologia per lesioni infiammatorie costituenti le glomerulonefriti primitive o secondarie, parcellari o diffuse,  le nefriti interstiziali suppurative e non suppurative,  le pieliti, le pielonefriti,  l’ascesso corticale e il flemmone del rene,  la tubercolosi renale, lesioni di natura degenerativa che danno luogo a diverse forme glomerulonefrosi e tubolonefrosi.  Lesioni di natura vascolare tra cui le nefroangiosisclerosi;  tumori rappresentati da carcinomi,  da tumori della mucosa del bacinetto,  ecc.  Altre condizioni patologiche sono:  l’idronefrosi,  la nefroptosi,  anche la calcolosi renale potrebbe arrivare ad essere una forma patologica.  La patologia del rene comprende anche:  malformazioni congenite,  costituite da aplasia monolaterale e bilaterale dal rene soprannumerario,  dall’ipoplasia ed ipertrofia congenita,  dalle cisti solitarie e dal rene policistico,  dall’ectopia.  Poi la patologia del rene comprende anche da lesioni traumatiche rappresentate da contusioni,  lacerazioni,  fratture,  ferite penetranti,  ecc.

25/03/2024

Marco diPatty   Ho notato che ci sono pareri discordanti su ciò che riguarda la malattia della gotta,  tu cosa ne pensi?  La gotta è una malattia ereditaria?  Grazie!

Elena  Guardate,  io ho già espresso il mio parere già quattro volte,  ma è giusto che me lo chiediate ancora perché  la scienza va sempre avanti.  La gotta è un aumento del tasso uricemico nel sangue detto iperuricemia.  In questa sua componente dismetabolica alcuni pensano che sia una malattia ereditaria e cioè tipicamente costituzionale perché nei gottosi e nei loro discendenti hanno in comune l’obesità,  l’ipertensione arteriosa,  il diabete.  La malattia è prevalente nei maschi dai 40 ai 60 anni,  per quanto riguarda il decorso si distingue una forma acuta e una cronica.  La forma acuta insorge bruscamente come l’artrite acuta sia mono che oligoarticolare,  le articolazioni più colpite sono:  la metatarso-faringea dell’alluce,  il ginocchio,  il polso;  la remissione avviene dopo una settimana  dieci giorni,  ma le recidive sono di durata progressiva sempre di più,  favorite da disordini alimentari,  traumi e fatiche eccessive.  Gli intervalli fra gli eccessi  all’inizio risultano liberi,  ma dopo 10-20 anni si può verificare la gotta cronica.  Essa può insorgere anche come tale,  ed è caratterizzata da varie ulcerazioni articolari,  deformazioni per anchillosi totale o parziale,  anche lussazioni di grosse articolazioni come il polso,  il ginocchio,  il gomito ecc.  Sia la gotta acuta che quella cronica possono essere complicate da manifestazioni extraarticolari e viscerali, con diarrea,  coliche addominali,  flebiti, calcolosi e imponenti lesioni che costituiscono il quadro del rene gottoso che a volte può sfociare nell’insufficienza renale.  In quanto ad essere ereditaria la gotta per me non lo è ma si ereditano il modo di vivere, il modo di alimentarsi, quindi lo stile di vita.  Si potrebbe abituare il corpo ad assumere atteggiamenti sbagliati specialmente nel modo di alimentarsi ed accorgersi quando ormai è troppo tardi per ritornare indietro;  Il regime alimentare è determinante per l’ insorgere della gotta.  Noi ereditiamo il modo di vivere che abbiamo acquisito dalle nostre famiglie  ed è così per molte altre malattie.

26/03/2024

Alessandra  Il processo flogistico di uno o più nervi,  guarisce o si resta invalidi?  Conosco una persona con questa patologia che non è più guarita,  anzi è rimasta invalida e quando cammina il  suo corpo,  i suoi arti sia inferiori che superiori emettono gesti involontari. Grazie!

I nervi con questa patologia presentano lesioni parenchimatose,  (tessuto con caratteristiche morfologiche e funzionali del parenchima che sarebbe un termine generico con cui si indica un tessuto proprio e funzionalmente differenziato di un organo). Abbiamo detto lesioni parenchimatose con interessamento del cilindrasse o della guaina mielinica,  oppure lesioni interstiziali concernenti il connettivo intra e perifascicolare.  Queste infiammazioni di un nervo possono insorgere in seguito ad un trauma del nervo interessato,  come ferite,  contusioni,  trazioni violente o ad un’infezione.  Si manifestano con atrofia dei muscoli innervati del NERVO OFFESO con anestesia superficiale nei territori cutanei dipendenti da questo,  abolizione dei riflessi tendinei,  disturbi vasomotori,  secretori e trofici.  Le forme cliniche delle mononevriti dipendono dalla localizzazione e dalla natura della lesione e dall’interruzione completa del tronco nervoso.  La natura  della lesione che ha compromesso l’integrità di un tronco nervoso ha influenza sulla sintomatologia;  le lesioni irritative da ferite infette con penetrazione di corpi estranei danno infiammazioni di tipo irritativo con sintomi di natura sensitiva e trofica.  Origine incerta ha invece la nevrite ascendente,  è una forma rara,  che si osserva come complicazione di piccole ferite localizzate alle punte delle dita delle mani,  specie nella zona innervata del nervo cubitale.  L’infiammazione di  più nervi si osservano nel corso di infezioni,  intossicazioni endogene come il (diabete,  gotta,  colemia ecc),  ed esogene come (piombo  arsenico,  fosforo ecc.) di avitaminosi,  anche il raffreddamento sembra favorirne l’insorgenza.  Si manifestano con paralisi flaccide,  multiple nel dominio dei nervi spinali;  atrofia degenerativa; eventualmente paralisi nel dominio dei nervi cranici;  anestesia specie alle estremità distali degli arti;  abolizione o diminuzioni dei riflessi tendinei,  disturbi vasomotori,  trofici,  secretori nelle parti paralitiche;  eventuali alterazione delle funzioni psichiche,  il decorso può essere acuto,  subacuto o cronico.

06/04/2024

Marco di Patty  Nell’organismo si possono formare complessi di chelazione a fini terapeutici?  Grazie!

Elena   Sì,  c’è la possibilità che si formi questo composto organico,  dipende oltre che dalle costanti di stabilità degli ioni,  dalla loro concentrazione relativa,  dal pH del mezzo e dalla presenza di queste sostanze nei vari tessuti.  L’emoglobina,  ad esempio è uno dei chelanti naturali a cui si lega saldamente il ferro in un complesso organico solubile.  Poi,  come l’emoglobina c’è la clorofilla,  il glutatione,  molti enzimi,  ormoni e vitamine.  Però si ricorda che l’impiego di complessi di chelazione destinati a cedere nell’organismo il metallo a substrati fisiologici per i quali detto metallo ha maggiore affinità;  come ad esempio i complessi di ferro impiegati nelle anemie sideropeniche,  e quelli di oro (aurotiomalato e aurotioglicolato sodico) che trovano impiego nell’artrite reumatoide.  Queste sostanze terapeutiche difficilmente sono tossiche ma se iniettate rapidamente possono provocare disturbi di ogni genere come vomito, ipotensione,  disturbi renali,  tromboflebiti ecc.

16/04/2024

Marco di Patty   A che cosa serve il liquido cefalo-rachidiano?  Grazie!

Elena  Il liquido cefalo-rachidiano detto anche liquido cerebro-spinale,  riempie le cavità del cervello e lo spazio compreso tra la massa cerebrale e le meningi.  Si presenta come un liquido limpido,  incolore,  con reazione alcalina e peso specifico 1005.  La sua composizione è analoga a quella del plasma sanguigno,  mancando quasi completamente dei costituenti proteici.  Esso svolge importanti funzioni fisiologiche: prima tra le quali un’azione protettiva di tipo meccanico,  impedendo la compressione della massa cerebrale per effetto della forza di gravità,  di urti ecc.  Inoltre partecipa agli scambi dei metaboliti e dei materiali nutritizi tra il cervello e il sangue.  Infine mantiene costanti la pressione e il volume endocranici adeguando il suo volume alle variazioni del flusso ematico e della massa cerebrale.  Alterazioni relative ai caratteri chimico-fisici,  al volume e alla pressione del liquido cerebro-spinale indicano processi patologici di natura infiammatoria,  emorragica o neoplastica a carico dell’encefalo.

19/04/2024

D.  Sono stata da uno specialista perché  mi vedevo troppo magra,  gli esami ematici sono perfetti,  ma il professore mi ha prescritto delle iniezioni a base di estratti di organi animali,  precisamente estratto di fegato.  Ma io non sono una persona inappetente e deperita,  se gli esami sono regolari perché devo prendere queste iniezioni?  Grazie.

Elena  Come ti ho già detto a voce,  lo scrivo perché non nascano incomprensioni.  Se uno specialista ti prescive un trattamento terapeutico particolarmente indicato nelle convalescenze,  nel deperimento organicoo quando si debba attuare una cura di stimolo biologico generale,   si chiama terapia “Filatov”,  è perché i tuoi esami tanto perfetti non sono;  forse sei troppo magra e il prof.  ha  notato un deperimento organico notevole.  Prendi le medicine,  sei pelle e ossa,  e i muscoli dove li hai lasciati?  Il troppo non va bene per nessuno.