Ottobre 13, 2023 admin VARIE E RISPOSTE AI LETTORI DIALOGANDO CON VOI 13/10/2023 Marco di Patty il mio prof. me ne ha preparate di poesie per le prose; un po’ le faccio io e metà le farai tu. Il poeta di oggi è: A. Silvio Novaro, nacque e morì a Diano Marina (Imperia). Fu un poeta e scrittore di facile ispirazione, i suoi versi armoniosi sono ancora graditi ai fanciulli. Cantava soprattutto le sacre gioie della famiglia e la bellezza della natura con sensibilità e delicatezza di sentimento. Oggi presentiamo la prosa della poesia ” S. Francesco e il lebbroso.” Questa poesia narra in una forma semplice e popolaresca un episodio della vita di gioventù del santo, quando ancora non era stato toccato dalla grazia del Signore. Francesco figlio di un ricco mercante era uno dei giovani più invidiati e ammirati della città di Assisi. Nonostante questo Francesco non riusciva ad essere felice, non era contento e non sapeva da cosa dipendesse questa sua insoddisfazione. Un triste giorno d’autunno, il cielo grigio, le strade piene di foglie ovunque e trasportate dal vento, prese il suo cavallo e si diresse fuori città. Cavalcava già da qualche ora, immerso nei suoi pensieri tristi, quando all’improvviso vide davanti a sé un uomo dal volto devastato dalla malattia che chiedeva la carità. Per Francesco fu uno spettacolo orribile, e d’impulso fu quello di scappare lontano abbracciatosi stretto al cavallo, ma nel suo cuore nacque istintivamente un sentimento di pietà; allora ritornò indietro, scese dal cavallo, prese dalla sua borsa un fiorino d’oro e lo donò con gesto garbato al lebbroso. Poi non ancora contento del suo gesto volle baciargli la mano per tre volte, augurandogli la pace. Risalì a cavallo e prima di partire si voltò per dargli ancora un saluto, ma il lebbroso non c’era più, era come scomparso all’improvviso; al suo posto c’era una rosa che mandava un soave profumo, e Francesco da quel momento si sentì sollevare di tutta la tristezza che lo perseguitava, si sentiva pieno di allegria. Poi in seguito come sappiamo volle vivere in povertà fino alla fine dei suoi giorni. Marco sì, sapevo che San Francesco si spogliò di tutti i suoi beni, ma non sapevo la storia del lebbroso. Bella, io credo che sia una storia vera, e tu? Elena Tutto è possibile! 16/10/2023 Marco di Patty Quante cose dovrei dirti riguardo a certi avvenimenti che succedono nelle famiglie, ho già contato molte persone che mi chiedono se puoi scrivere i loro problemi che li affliggono come facevi in “Il mio … fatto con il cuore”, li prenderai in considerazione? Grazie per loro. Elena Ti prometto che ci penserò. Grazie a te. Marco Conosci la poesia di G. D’Annunzio “Piazza di Spagna?” Elena Le poesie di Gabriele D’Annunzio le conosco bene tutte, Piazza di Spagna è una delle piazze di Roma che lui amò moltissimo, infatti ha ispirato questa poesia. Per lui quella famosa piazza romana era come una visione a colori e parla del mese di febbraio che si stava allontanando e vedeva già la primavera rivestirsi di colori e rifioriva come un rosaio; il sole è tiepido, la piazza illuminata dai nuovi raggi, fa risplendere nella sua bellezza la chiesa “Trinità dei Monti” e protegge dall’alto della scalinata la piazza sottostante. L’obelisco innanzi alla chiesa anch’esso sembra una rosa sullo stelo dal colore roseo e snello è lì accanto ascolta lo scroscio dell ‘acqua della fontana che cade con elegante dolcezza. Che magnifica fotografia di colori! Sensazioni e misteri; più in fondo alla piazza nell’altra via che inizia l’Immacolata Concezione dall’alto della sua colonna benedice tutto il creato sorridendo. Marco Bellissima! 17/10/2023 Marco di Patty Il prof, ci ha consigliato ancora una poesia di cesare Pavese, “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”. Grazie. Elena Abbiamo già accennato qualcosa di Cesare Pavese, la sua esistenza è sempre stata un dramma perché contrassegnata dalla sua solitudine e della ricerca di comunicazione con gli altri: con le persone con cui era maggiormente in contatto nel lavoro, nei suoi compagni di vita ecc. Lui non riuscì mai a vivere la sua vita con un rapporto vero verso gli altri, per le sue frustrazioni sentimentali, politiche, questo lo portò a credere in un suo fallimento e la propria inettitudine alla vita spingendolo sempre di più verso la morte. Infatti il suo suicidio non fu un suicidio per amore ma un volontario distacco da un’esistenza che ormai secondo lui non le apparteneva più. In un altro saggio aveva scritto:” Non riesco a pensare alla morte senza tremare a questa idea: verrà la morte necessariamente, per cause ordinarie, preparata da tutta una vita, infallibile, tant’è vero che sarà avvenuta. Sarà un fatto naturale come il cadere della pioggia. E a questo non mi rassegno: perché non si cerca la morte volontaria, che sia affermazione di libera scelta, che esprima qualcosa? Invece di lasciarmi morire? Perché ? Per questo. Si rimanda sempre la decisione sapendo, sperando, che un altro giorno, in un’altra ora di vita potrebbero essere affermazione, espressione di un’ulteriore volontà che, scegliendo la morte, escluderemmo. Perché insomma parlo di me? Diceva- si pensa che ci sarà sempre tempo. E verrà il giorno della morte naturale. E avremo perso la grande occasione di fare per una ragione l’atto più importante di tutta una vita”. Quindi C. Pavese nonostante fosse un personaggio di cultura e molto intelligente non fu mai soddisfatto di se stesso al punto di togliersi la vita. Per lui la poesia era un pensiero diverso dall’altro, non un susseguirsi di un avvenimento o per l’ispirazione di un qualcosa di perduto o di ciò che si ama molto, ma la poesia per lui sarebbe dovuta essere una forma incomprensibile. Marco di Patty Ho letto la poesia “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” e devo dirti che nella prosa sei stata delicata e coerente per non fargli un torto, voglio dire che hai colto il significato di tutto senza toccare le strofe; bellissima! Mi è piaciuta molto! Elena Ti ringrazio. 22/10/2023 Marco di Patty Sai che la mia ragazza mi chiede sempre come fai a lavorare e a studiare così tanto da una vita senza ammalarti mai? Ci daresti la ricetta per una vita così sana? Grazie. Elena La ricetta è quella di lavorare molto per mantenere articolazioni e ossa elastiche; studiare molto per mantenere elastico e vivo il cervello, quindi giovane, e poi lottare sempre per i tuoi diritti e non cedere mai! Questo è un altro modo di restare giovani sempre! Marco di Patty La salute che ritrovi nello scrivere sia con il computer, con la penna o con una macchina per scrivere, è diversa da quella che nasce da altri lavori? O lo scrivere qualcosa che hai dentro ti fa sentire più serena, equilibrata e felice? Grazie. Elena Sicuramente metto amore e dedizione in tutto quello che faccio, ma fare qualcosa in cui piace e ti appassiona allenta le tensioni, migliora la circolazione sanguigna, ristabilizza la pressione arteriosa e stabilizza la temperatura corporea; a me favorisce le funzioni cardiache, digestive e ghiandolari. E poi favorisce il riassorbimento di dosi eccessive di adrenalina eventualmente presenti nel sangue. A livello psicologico ogni volta che mi metto a scrivere mi elimina tensioni e stati depressivi latenti e poi instaura una maggiore chiarezza di pensiero e di lucidità mentale. Ma quello che è più importante consente il dialogo interiore senza perdita di consapevolezza. Tutte le persone dovrebbero prendersi un po’ di tempo per se stesse e fare ciò in cui credono; queste applicazioni ci consentono di modificare positivamente qualsiasi abitudine, sia fisica che mentale. Marco di Patty Non riesco a pensare che stiamo andando incontro all’inverno, una stagione che non amo per niente per il suo grigiore, ispira solitudine; per me è come se la vita si fermasse, non mi viene la voglia di uscire, di incontrare , conoscere come in primavera e in estate, per me l’inverno è soffocante. E per voi? Elena Per noi non è così, anzi, quando incomincia una stagione nuova per me c’è tutto ancora da scoprire, il nuovo mi è sempre piaciuto. Se fossi un uccello sarebbe bello prendere il volo e poi planare in qualche ambiente tiepido per poi riprendere il viaggio, andare incontro al vento freddo fino a quando riuscirà a fermarmi per poi ripartire. Tanto per dirti come amo tutte le stagioni. Io se fossi in te cercherei di essere felice, o almeno sereno e vedresti che anche le stagioni fredde non sarebbero più buie ispiratrici di solitudine e di tristezza. Dovresti pensare che l’inverno che deve arrivare è ormai alle spalle e capiresti che di inarrivabile non c’è nulla e non sarai più prigioniero di una stagione, non farti bloccare dalla nostalgia di un passato idealizzato che ti ha portato calore e gioia, quello che hai dentro, le stagioni non lo potranno mai cambiare, ma sei tu che ti stai suggestionando. Su con la vita che siete giovani!