DIALOGANDO CON VOI

02/05/2023

02/05/2023

Marco di Patty   Come avete passato la festa del primo maggio?

Elena  Benissimo,  abbiamo fatto giardinaggio con tutta la volontà del mondo e la sera ero soddisfatta e felice;  a me piacerebbe  anche molto viaggiare,  ma fare giardinaggio non è da meno.  A proposito,  tu con la ragazza come avete festeggiato?

Marco  La tua torta è stata una cosa!   Che ad un certo punto ero geloso più della torta che di lei!  L’avrei mangiata anche oggi e domani e domani ancora.

Elena  No!  Non voglio farti ammalare di diabete,  se la dividi allora te ne manderò ancora,   altrimenti no!   Lo sai che non voglio sentirmi in colpa.  Domani la metterò nelle ricette di cucina.

Dott.  Robert e Linda  Ti capita a volte che le essenze del pensiero tradiscano le tue abitudini?  Ti aspettiamo presto!

Elena  Sì,  meno male che mi capita,  perché  certe abitudini sbagliate meglio tradirle non trovi?  A volte mi capita di fare un dispetto al mio realismo puntuale e rigoroso,  non si tratta di tradire l’abitudine,  ma dare un po’ di distanza a una scelta di un modo di vivere,  che poi se dovessi trascurarlo più di tanto non mi sentirei io.

03/05/2023

Dott. Robert e Linda   Anche se ci sono persone gentili oneste che con te fanno il loro dovere,  non t’infastidisce la mancanza di trionfalismo?

Elena  No,  non tanto,  ormai mi conoscete bene,  ciò che conta per me sono i fatti,  l’importante è dimostrare la verità,  questo mi fa sentire ancora più forte,  la giustizia,  anche se non gridata al mondo intero basta avere la meglio sulle avversità che mi sono presentate e per cui ho lottato molto,  cioè scoprire finalmente ed avere la certezza di chi ha sbagliato nei miei confronti,  questo per me è  grande successo.

04/05/2023

Marco di Patty,   come dovrebbe essere secondo te un romanzo fatto bene e raffinato?  Grazie!

Elena   Io la penso come uno dei miei professori d’italiano che conobbi tempo fa:  lui diceva sempre che un vero romanzo perché sia affascinante e raffinato dovrebbe essere  scritto con stringatezza e sobrietà non andare a prendere  o fare troppi giri di parole tanto per riempire le pagine;  il lettore lo avverte e non ne verrà mai a capo,  ma dovrebbe essere scorrevole,  non cadere nel banale e farti venire la voglia di rileggerlo.

Marco  In questi giorni ho studiato molto,  ma mi mancano anche le poesie e le tue prose,  magari un altro giorno perché oggi vorrei chiederti una cosa di medicina;  nell’altro articolo?

Elena  Sì,  in un nuovo articolo di “La nostra salute”.  A tra poco.

05/05/2023

Marco di Patty  Ho scelto la poesia,  è una di G.  Carducci,  le ho lette tutte,  e sono davvero belle,  ancora attuali come “Pianto Antico”.  Grazie!

Elena  Certo,  quelli erano poeti con la P maiuscola.   Il poeta parla di un pianto antico perché il pianto per la morte di un figlio è antico quanto il mondo,  nel senso che un genitore non dovrebbe mai vedere morire un figlio come è successo a lui.  Si dice che sia il dolore più grande  che possa esistere. Infatti il Carducci fu straziato dal dolore per la morte del figlioletto  Dante,  si paragonava ad una pianta colpita da un fulmine che inaridisce e muore,  la vita ormai sembrava senza scopo senza il figlio nel quale aveva riposto tutte le sue speranze.  Quando compose questa poesia era ormai una persona senza alcuna voglia di vivere,  egli si era come trasfigurato nella contemplazione virile di una legge universale. La natura che rifiorisce ogni anno a primavera e gode della luce e il calore del sole;  l’uomo invece quando la morte l’ ha colpito,  non rifiorisce più.  In certi suoi versi si capisce che al poeta mancava il conforto della fede cristiana nella vita futura e perciò il suo dolore,  pur così misurato,  è sconsolato e tragico.

06/05/2023

Dott.  Robert  Secondo te i figli bisognerebbe viziarli?

Elena  Io potrei dirti: e che ne so?  Ma quello che sentivo da piccola mentre spettegolavo in mezzo ai grandi era: ”  I figli non si devono viziare ma si devono amare!” Anche perché io dico se si viziano già da piccoli quando saranno grandi si allontaneranno nel senso che non sapranno amare  solo che se stessi,  ci si sentirà obbligati a mantenerli anche nei loro vizi e chissà che altro.

08/05/2023

Dott.   Robert  Ti ho sempre dato ragione a non infierire su chi ha sbagliato con te,  ma quando una persona continua a perseverare su quella linea,  allora se ascolterai me sarà bene metterci un freno,  se non hanno capito con le buone,  dovranno capire con le cattive;  tu non dovrai nemmeno pagare l’avvocato,  ed è anche in gamba.

Marco di Patty  Mi piacciono molto le poesie di Trilussa,  anche se la maggior parte sono scritte in dialetto romanesco.  Grazie!

Elena  Oggi ne metto una qui e domani metto le altre due più corte.  Ecco la spiegazione di  “Er fume’ e la nuvola”.

In questa poesia il poeta racchiude una satira in versi che colpisce coloro i quali,  volendo apparire quello che non sono,  ad ogni costo,  vantano i loro Natali illustri,  le altolocate amicizie,  mentre provengono da umilissima famiglia.  Indizio d’animo meschino è il vergognarsi delle proprie condizioni e cercare di nasconderle;  che poi si viene sempre smascherati.  Così accade al fumo,  che innalzandosi dalla cappa di un camino verso il cielo,  e incontrata una nuvola bianca,  la rimproverò perché gli intralciava il cammino e la scacciò in malo modo,  vantandosi figlio del fuoco.  Ma la nuvola gli disse:  ” non del fuoco sei figlio,  ma di una braciola di maiale che il cuoco sta cucinando!

09/05/2023

Elena  Ecco le altre due spiegazioni ovviamente sempre di Trilussa :  “L’indecisi” e ” L’uomo e la scimmia”.

L’indecisi.  Questa poesia parla di tante persone che si piegano secondo il vento che spira!  Ora a destra,  ora a sinistra,  senza reagire,  senza idee chiare,  senza fermezza nelle loro condizioni morali e politiche.  Ebbene questi esseri indecisi sferzano il poeta nei suoi versi.

L’uomo e la scimmia.  L’uomo spesso parla a sproposito, con tanta superficialità da non sapere quello che dice.  In questi versi il poeta vuole dimostrare che l’uomo che va per canzonare a sua volta è canzonato o strigliato.  In questo caso voleva bullizzare una scimmia,  ma la scimmia ha bullizzato lui e avendo agito per primo lui non può neanche più reagire.  Qui dice che l’uomo ridicolizza la scimmia dicendole ripetutamente frasi come quanto sei brutta,  quanto sei dispettosa quanto sei curiosa ecc.  La scimmia ascolta e con grande calma gli risponde:  per forza,  guarda quanto ti somiglio!

Marco di Patty   Sono spiritosissime!

10/05/2023

Marco e Patty  Se possiamo permetterci:  la parola “corna”  tu come la consideri?  Grazie!

Elena  Potete permettervi,   eccome se potete,  alla parola “corna o tradimento” io reagisco così:  per me non esiste essere umano più basso di chi tradisce,  piuttosto meglio separarsi che vivere sotto lo stesso tetto con la menzogna!  Per tradire la persona che si ama bisognerebbe essere partiti con la testa, altrimenti non mi verrebbe mai in mente.  Corna o tradimento significa anche tradire se stessi!

12/05/2023

Marco Di Patty   Come mai il Carducci che non era cattolico ha scritto questa poesia?  “Santa Maria Degli Angeli”. L’ho letta bene,  ma non ho capito se suo figlio gli morì prima o dopo questa poesia.  Grazie!

Marco,  in questa poesia non c’è scritto se il figlio era già morto oppure se la disgrazia avvenne dopo;  io credo che la morte del figlio sia avvenuta dopo la poesia “Santa Maria degli angeli”.  Comunque Nel luglio del 1877 G. Carducci andò a Perugia Commissario per gli esami di maturità classica.  Poi si recò a visitare Assisi, e così scrisse al suo amico G. Chiarini di quanto aveva trovato interessante e bella Assisi,  per l’arte la natura,  nei loro accordi con la storia,  con la fantasia,  con gli affetti degli uomini.  Tant’è vero che fu tentato a fare due o tre poesie su Assisi e San Francesco.  Invece egli scrisse solo questo sonetto: S. Maria degli Angeli, che gli fu ispirato dalla visita alla basilica costruita nel luogo dove S. Francesco morì.  Il Poeta contemplando la bella cupola del Vignola,  vorrebbe vedere profilarsi,  sullo sfondo dei monti,  la figura del Santo,  in atto di preghiera,  mentre eleva a Dio il suo canto di lode e d’amore,  che si diffonde nella serenità del paesaggio umbro.

14/05/2023

Alessandra e Giovanni   Preferiresti vivere con furbizia disonesta o con onestà e meno furbizia?  E del rispetto delle regole cosa ne pensi?  Sarà vero che abbassa l’intelligenza?

Elena   Sicuramente vivere con furbizia disonesta è più comodo,  ma vivere con onestà e meno furbizia,  per me dà grande forza;  è una cosa interiore che custodisco da anni,  questa cosa mi regala una forza interiore da spaccare l’acciaio col pensiero.  Per me l’onestà è grande ricchezza.  In quanto al rispetto delle regole anche questa cosa che abbassi l’intelligenza è una grande bufala.  Se non si rispettano le regole non si rispetta nemmeno se stessi;  e il rispetto per se stessi è grande sensibilità e intelligenza.  Pensate se non rispettassimo le regole mentre stiamo guidando!  A parte che  a volte ci sono cose incomprensibili come il litigarsi un posto parcheggio,  non segnalare con la freccia dove stai per svoltare ecc.