DIALOGANDO CON VOI

22/03/2023

Marco di Patty  Indovina che poesia sto imparando?  “Elogio dell’imparare”  di B.  Precht.  Non è difficile ma siccome ha dei versi un poco strani,  nel fare la prosa non vorrei cadere in cacofonia;  ma se mi dai la tua spiegazione ci riuscirò bene come sempre.

Elena  Ok.  L’ispirazione per questa poesia fu suggerita al poeta dall’episodio reale che è la vita.  Egli invita tutti ad imparare,  per riuscire a svolgere questo compito difficile.  Si rivolge all’analfabeta,  invitandolo ad incominciare dalle cose più semplici;  per riuscire a comprendere tutto quello che gli potrà offrire il mondo della cultura.  All’uomo  sfortunato anche se emarginato dalla società può trovare conforto nell’acquisire sapienza.  All’uomo in prigione perché anche se è dietro le sbarre il mondo continua e acquisti il sapere;  perché l’aiuti a non commettere lo stesso errore.  Si rivolge alla donna in cucina,  anche se costretta a restare  ogni giorno isolata dal mondo,  impari,  un giorno le servirà.  Anche per il sessantenne non è mai troppo tardi per imparare e sapere.  Ai senzatetto e gli affamati li aiuterà a costruire quello che a loro manca per arrivare ad occupare un posto nella società.

Non si deve aver paura di chiedere e stancarsi di imparare,  perché solo con la cultura si è in grado di verificare se stessi per non lasciarsi influenzare. Quello che non si sa non ci verrà mai detto.  Sapere per controllare se quello che si fa ci verrà contraccambiato  per partecipare alla vita attiva di tutti.

Elena  Questa è la mia spiegazione,  so che non copierai ma come sempre in questa maniera saprai fare una prosa stupenda.

Elena  Questa poesia è stata scritta molto tempo fa,  quando c’era molto analfabetismo,  in molte categorie di persone,  se il professore l’ha riproposta oggi che siamo nel 2023 è perché in molte cose si sta ritornando indietro;  molti giovani sanno solo di computer e telefonia,  follower ecc. ma non conoscono la geografia,  la storia,  e tutte le altre materie importanti per avere una base su cui è doveroso appoggiarsi per se stessi e per gli altri.

Marco di Patty   Ho fatto la prosa,  l’ho consegnata e il professore mi ha elogiato molto;  però gli ho fatto vedere anche la tua spiegazione,  non mi piace mentire ad una persona come lui:  è sempre pronto ad ascoltarci.  Ci ha anticipato che la settimana prossima faremo  “La casa dei doganieri” di Eugenio Montale;  la sai?   Grazie!

Elena   Sì,  in passato me la chiese una ragazza,  la figlia di una signora che conobbi tempo fa.  Me la ricordo bene perché era un’altra poesia che mi piaceva e mi piace ancora.

Il poeta pensando al passato diventa triste perché sente la nostalgia di un amore perduto,  questa poesia è piena di sogni e di rimpianti.  Egli ricorda la vecchia casa dei doganieri dove un tempo fu il punto d’incontro con la donna amata.  Gli appare desolata da quella sera in cui si spezzò l’idillio e ne prova grande amarezza.  Poi pensa al vento che sferza da anni le vecchie mura della casa e il ricordo del riso dolce di lei risuona nel suo animo triste.  Il tempo  passa inesorabile e quella sorte che lui sogna non si avvera;  lei non c’è più e non vuole ricordare.  Ricorda ancora quando si incontravano,  un filo che non si ricongiunge a lei perché ormai è lontana da tutto questo:  forse si è già fatta un’altra vita,  non sente più il suo respiro come prima come quella sera.  Si allontana sempre di più il ricordo perché il tempo che passa gli toglie ogni speranza.  L’orizzonte va scomparendo come la rara luce della petroliera,  e il poeta immagina di uscire dal sogno ricollegandosi alla realtà.  Lascia la casa dove con tanto rimpianto una sera ha voluto ricordare;  e non sa se ci saranno altri  come lui e cioè lei a ricordare la casa dei doganieri.  Elena  L.

Elena  Anche questa poesia è stata scritta molto tempo fa,  quando si credeva di più nell’amore vero che dura in eterno,  adesso si conoscono e si sposano senza provare innamoramenti che diano un senso a quel legame che dovrebbe essere importante per costruire una vita insieme nel tempo;   se una persona si sposa senza essere innamorata quell’unione non può durare una vita.  L’amore vero non è solo sesso ma soprattutto non è ipocrisia.

24/03/2023

Marco di Patty   Mi piace molto la tua spiegazione della poesia, però vorrei capire meglio cosa significa :  la bussola va impazzita all’avventura e il calcolo dei dadi più non torna;  e poi la petroliera,  e l’ultimo verso “Ed io non so chi va e chi resta”.  Grazie!

Elena  Volentieri.   Le immagini simboliche della bussola impazzita,  che non indica cioè la direzione esatta,  e dei dadi vanamente gettati alla ricerca di una direzione favorevole,  stanno ad indicare lo smarrimento e il disordine interiore del poeta in preda all’angoscia che il ricordo della felicità per sempre perduta gli procura.  Nella donna il ricordo è stato frastornato,  cioè cancellato da altre vicende,  ed è come se dalle mani di lei sia caduto un capo del filo del ricordo,  sì che il filo s’addipana,  si avvolge su se stesso,  torna alla sua matassa.  Ma il capo del filo è tratenuto dal poeta.  Invano egli cerca di ricostruire quel momento di felicità nel suo ricordo seguendo quel filo:  vede sempre più lontane la casa dei doganieri e la banderuola piantata sul tetto,  annerita dagli anni,  che gira senza pietà.  La banderuola sta a significare lo scorrere inesorabile dal tempo.  Ancora l’immagine del filo del ricordo:  un capo è nelle mani del poeta,  ma l’altro è caduto da quelle della donna amata,  che ora è lontana e nell’oscurità il poeta non sente più il suo respiro.  L’orizzonte sembra perdersi in lontananza  per il balenare intermittente delle luci di una petroliera.

E adesso viene l’ultima parte:  Il poeta sente che occorre uscire da quel luogo e dal cerchio struggente dei ricordi.  Il varco è qui? Si chiede il poeta,  mentre la scogliera (il frangente) schiumeggia (ripullula) sulla balza scoscesa.  Ma ormai tutto è vano;  la donna probabilmente non ricorda più nulla di quella sera che ora appartiene solo al ricordo del poeta (questa mia sera),  il quale non sa più chi va e chi resta,  cioè chi sia rimasto vicino a lui e chi si sia allontanato per sempre.  La solitudine e lo smarrimento regnano ormai nel suo spirito.  Elena  L.

25/03/2023

Marco di Patty,  Ne ho scelte altre,  appena consegno questa al professore poi te le dirò;  ne cono sci molte di belle poesie?  Potresti anche consigliarmele tu,  per me va benissimo.

Elena  Meglio che le scelga tu,  oppure fattele consigliare dal tuo professore,  preferirei così,  a lunedì.

27/03/2023

Marco di Patty   Siamo certi che ne sai una più del diavolo,  perché non ci racconti tutto?   L’ho scelta la poesia,  è “Corrispondenze di Charles Baudelaire”.  Se la sai l’aspetto.  Grazie.

 Elena  Sì,  volentieri.  Anche perché come me per C. Baudelaire la natura è una foresta di simboli,  un tempio in cui l’uomo ha quasi l’impressione di annullarsi per penetrarne l’essenza.  In questa poesia le sensazioni si fondono:  sensazioni olfattive come il profumo,  sensazioni visive,  le grandi praterie,  quelle uditive,  gli oboi,  non sono più distinguibili in questo modo tutto particolare di penetrare il mistero della natura.  All’uomo non serve più il rigore logico,  non la conoscenza scientifica,  ma il lasciarsi andare a sensazioni allusive,  non dominate dalla percezione razionale.  In questo tempio che è la natura, l’uomo raggiunge un’estasi dei sensi e dell’anima mai provati prima,  un annullamento di sé e contemporaneamente scopre nuove possibilità,  nuovi mondi favolosi,  misteriosi che si aprono all’uomo che sa leggere la natura e cogliere in essa il senso del divino.

In quanto a quello che mi hai chiesto,  non posso parlare di cose che è vero riguardano tutti noi,  ma non voglio attirare l’attenzione di persone che non se lo meritano perché sono cattive ed hanno la coda di paglia.

28/03/2023

Marco di Patty   Ci sono cose gravi che ancora non sono state scoperte?

Elena  Certo,  purtroppo sì,  una di queste è ancora la pedofilia,  bambini  usati e abusati per denaro,  è sempre quello che fa commettere certe cose di cui un essere umano intelligente dovrebbe vergognarsi:  il denaro e il potere,  per queste due cose si fa di tutto:  si vendono le persone,  si ammazzano nell’anima le persone vere che sanno amare davvero!  Ci sono anche donne complici che pur di non lavorare colpiscono altre donne innocenti e stanno nel giro dei magnacci.  Anche se siamo in Italia quegli esseri si meriterebbero la sedia elettrica!  Più di così non posso dire!